L’assoluzione tardiva, i danni del paese | Arturo Diaconale
Guido Bertolaso durante la presentazione delle liste di Forza Italia a Roma, 10 maggio 2016. ANSA/ANGELO CARCONI

10 Febbraio 2018
BERTOLASO.jpg
L’assoluzione di Guido Bertolaso non riguarda solo la persona dell’ex capo della Protezione civile, che con la sentenza in cui si stabilisce di non aver commesso alcun fatto illecito vede riconosciuta la propria buona fede e innocenza ma non ottiene alcun tipo di risarcimento morale per gli anni di criminalizzazione e di gogna mediatica a cui è stato sottoposto. Questa assoluzione riguarda anche e soprattutto la società italiana. Perché indica con assoluta esattezza il livello di devastazione subito dallo Stato di diritto a causa di una cultura giustizialista divenuta egemone ormai da troppi anni e della situazione drammatica di un sistema giudiziario capace di assicurare la giustizia formale solo dopo anni e anni di effetti sconvolgenti compiuti dalla giustizia sostanziale manovrata da precisi interessi politici.

L’assoluzione di Guido Bertolaso non riguarda solo la persona dell’ex capo della Protezione civile, che con la sentenza in cui si stabilisce di non aver commesso alcun fatto illecito vede riconosciuta la propria buona fede e innocenza ma non ottiene alcun tipo di risarcimento morale per gli anni di criminalizzazione e di gogna mediatica a cui è stato sottoposto. Questa assoluzione riguarda anche e soprattutto la società italiana. Perché indica con assoluta esattezza il livello di devastazione subito dallo Stato di diritto a causa di una cultura giustizialista divenuta egemone ormai da troppi anni e della situazione drammatica di un sistema giudiziario capace di assicurare la giustizia formale solo dopo anni e anni di effetti sconvolgenti compiuti dalla giustizia sostanziale manovrata da precisi interessi politici.

All’indomani del tremendo terremoto de L’Aquila del 2009 l’azione tempestiva del Governo di Silvio Berlusconi e della Protezione civile di Guido Bertolaso avevano provocato una incredibile ondata di consenso nei confronti del Cavaliere e del suo stretto collaboratore. Per la sinistra all’opposizione quel consenso andava combattuto. Berlusconi e Bertolaso dovevano essere colpiti. E per ferirli a morte bisognava ricorrere a quell’uso politico della giustizia di cui la sinistra era diventata maestra con i suoi troppi apprendisti stregoni del mondo della magistratura, della politica e dell’informazione.

L’assoluzione di oggi dimostra paradossalmente che l’operazione di distruzione ha raggiunto il suo scopo. Berlusconi è sopravvissuto politicamente solo grazie alla sua incredibile capacità di resistenza. Bertolaso è uscito completamente di scena. E in aggiunta al danno costituito dall’azzoppamento di un leader di grande spessore e alla liquidazione di un capace e leale servitore dello Stato, c’è stato anche lo smantellamento e il ridimensionamento di quella Protezione civile che da organismo autonomo aveva assicurato grandi e significativi risultati nella gestione delle emergenze più drammatiche dei decenni precedenti.

Pur di colpire Berlusconi e Bertolaso non si è esitato a privare il sistema statale di uno dei suoi più preziosi strumenti di pronto e utile intervento. Chi ripaga oggi l’ex capo della Protezione civile? E chi ripaga il Paese di questo danno spaventoso di cui si pagano le conseguenze ad Amatrice, nelle Marche e in Abruzzo?