Le consultazioni della fregatura reciproca | Arturo Diaconale

6 Aprile 2018
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Il primo giro di consultazioni ha rispettato in pieno le aspettative. È servito solo a definire le posizioni di partenza delle singole forze politiche. Con l’aggiunta che dagli incontri delle delegazioni dei partiti maggiori con Sergio Mattarella è emerso che queste posizioni sono addirittura più rigide di quanto si potesse immaginare.

Il Movimento Cinque Stelle rivendica il diritto di guidare il prossimo governo stabilendo chi ha licenza di entrare e chi ne deve essere escluso (Forza Italia). Il centrodestra rivendica a sua volta il diritto a formare l’Esecutivo ribadendo che il proprio candidato Premier è Matteo Salvini ed esclude di accettare la pretesa di Luigi Di Maio di liquidare Silvio Berlusconi a sua volta ben deciso a bocciare ogni coalizione governativa segnata dalla presenza grillina. Il Partito Democratico, infine, insiste nell’attestarsi all’opposizione negando ogni possibilità di diventare stampella o del M5S o del centrodestra.

In mezzo a questa selva di veti reciproci c’è la singolare disponibilità della Lega a confrontarsi con i grillini e quella di questi ultimi a dialogare con i leghisti. Può essere questa disponibilità il minimo comune multiplo attorno a cui costruire una eventuale coalizione di governo?

Nel secondo giro di consultazioni il capo dello Stato verificherà sicuramente una simile possibilità. Ma va rilevato fin d’ora che la disponibilità ostentata da Salvini e Di Maio nasconde ostacoli addirittura più grandi di quelli rappresentati dai veti reciproci di Di Maio e di Berlusconi e Renzi. L’ostacolo principale è che dietro questa disponibilità di facciata si nasconde l’idea di Di Maio di usare a proprio vantaggio Salvini e quella del leader leghista di fare altrettanto con il capo politico dei Cinque Stelle.

Ognuno, in sostanza, sbandiera la disponibilità per tentare di mettere l’altro al proprio personale ed esclusivo servizio. Il ché significa che i due puntano a fregarsi reciprocamente prendendo tutto il tempo necessario alla bisogna. Le consultazioni attuali, allora, passeranno alla storia come quelle della fregatura!