I sondaggi dicono che la vicenda di Macerata spinge le forze politiche che promettono più sicurezza e meno immigrazione e penalizza quelle altre che predicano l’accoglienza senza se e senza ma. I media politicamente corretti liquidano la faccenda denunciando il rigurgito di razzismo e di fascismo in atto nel Paese. Come se le reazioni allo squilibrato sparatore avessero messo in luce una realtà fino ad ora non emersa segnata dalla riapparizione virulenta del male assoluto nel corpo sociale della Repubblica nata dalla Resistenza.
Ma la denuncia è sbagliata e truffaldina. Perché non c’è nessun fascismo risorgente nella società italiana se si esclude qualche caso isolato di squilibrio mentale o qualche frangia isolata di nostalgismo fisiologico. C’è, al contrario, il fallimento di un modello di accoglienza diffusa. E c’è, attraverso le denunce fasulle, la volontà di nascondere questo fallimento per evitare che la scoperta del disastro possa avere effetti elettorali sugli artefici del disastro stesso.
Purtroppo per i truffatori politicamente corretti, però, i cittadini normali, quelli che vivono nelle comunità dove il fallimento dell’accoglienza diffusa è tangibile, conoscono meglio di ogni altro la realtà dei fatti. E reagiscono non per assurda solidarietà nei confronti dello sparatore squilibrato, ma nel legittimo timore che i guasti sociali a cui assistono giornalmente possano diventare sempre più gravi e irreversibili.
La realtà conosciuta dai cittadini dei piccoli centri, dove è stata sperimentata l’accoglienza diffusa, è che l’inserimento nelle comunità già segnate dalla crisi economica e dalla disoccupazione di nuclei di immigrati a cui non è possibile assicurare un qualche lavoro non favorisce l’integrazione ma riproduce in scala ridotta l’effetto-banlieue dei grandi centri urbani. Nelle piccole comunità si creano mini-comunità totalmente separate dove l’assenza di lavoro legale provoca fatalmente il proliferare dell’illegalità e della criminalità.
Non è razzismo o fascismo risorgente, allora, la reazione preoccupata dei cittadini che fino ad ora avevano assistito da lontano a quanto avveniva nei grandi centri urbani e scoprono che il virus del disagio sociale si è inoculato anche nelle loro comunità. È la risposta naturale degli anticorpi che reagiscono a una grave malattia provocata non da una qualche pandemia casuale, ma dall’insipienza degli apprendisti stregoni politicamente corretti!