I preti fondamentalisti ed il germe dell’intolleranza | Arturo Diaconale

7 Dicembre 2018
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I fondamentalisti sono tra di noi. Ma non sono islamici bensì cattolici ed, in particolare, sacerdoti di Santa Romana Chiesa. Si avvicina il Natale e questi sacerdoti in preda a frenesia fondamentalista annunciano che sono pronti a chiudere le loro chiese ed a gettare al macero tutto il ciarpame della tradizione cristiana natalizia (dal presepe al “Tu scendi dalle stelle”), per protestare contro quel Decreto sicurezza voluto da Matteo Salvini che a loro parere costituisce un atto di prevaricazione feroce ed ingiustificata nei confronti dei migranti clandestini.

Il fenomeno dei preti fondamentalisti, che rinnegano la tradizione in nome della misericordia nei confronti dei poveri e dei migranti, non è affatto una bizzarria dei tempi ma il segno inequivocabile non solo della grande trasformazione in atto nella Chiesa sulla base dei nuovi indirizzi del papato di Bergoglio, ma anche del rischio di un conflitto fratricida all’interno del mondo cattolico e della società italiana.

Questa nuova forma di guerra di religione intestina nasce dalla convinzione dei fondamentalisti, che in odio a Salvini anti-migranti odiano il Natale tradizionale, di considerare la misericordia l’unico e solo valore di riferimento della Chiesa del nuovo corso bergogliano. Un valore talmente forte, caratterizzante ed intollerante da cancellare non solo tutti gli altri, a partire dalla comprensione per le debolezze umane e dal valore del perdono, ma anche e soprattutto l’eredità culturale di due millenni di storia pieni sicuramente di errori e scelleratezze ma ancora più sicuramente di crescita civile e spirituale.

Questa specie di fondamentalismo cattolico, in sostanza, sta introducendo nella società italiana un germe di intolleranza estremamente pericoloso. Che trasforma automaticamente in eretico chiunque non ponga al centro dei proprio sistema dei valori quello dell’amore esclusivo e totalizzante nei confronti dei migranti (non dei poveri in generale, ma solo di quelli proveniente da altri Paesi). E trasforma questa convinzione religiosa in una scelta politica ispirata ad un estremismo carico di inusitata violenza intellettuale e verbale che rischia di provocare reazioni altrettanto intolleranti e violente non solo nel mondo cattolico ma anche nella società laicizzata.

Può essere che tanto conflitto possa provocare un qualche risveglio del sentimento religioso nel nostro Paese. Ma se il risveglio è frutto di intolleranza il risultato non è mai positivo.