Conte coinvolge Mattarella nella guerra a Renzi | Arturo Diaconale

17 Febbraio 2020
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Con la decisione di salire al Colle per informare il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella della situazione esistente all’interno della maggioranza a causa dello scontro sulla prescrizione con Italia Viva, Giuseppe Conte ha formalmente presentato la propria dichiarazione di guerra a Matteo Renzi. Una guerra che prima ancora che politica è personale visto che il Presidente del Consiglio teme di fare la fine di Enrico Letta e Paolo Gentiloni e nutre nei confronti dell’ex Premier una diffidenza ed una ostilità assolutamente identiche a quelle nutrite nei confronti del nemico giurato Matteo Salvini.

Questa ostilità personale si carica, ovviamente, di precise motivazioni politiche. Proprio perché non vuole fare la fine di Letta e Gentiloni e non si vuole ritrovare per la seconda volta sgambettato da un Matteo, Conte aggiunge alla inimicizia personale il progetto politico di porsi in prospettiva come il leader di quel fronte progressista che al termine della legislatura dovrebbe essere formato dal Pd, da un pezzo del M5S e da quella parte dell’establishment che potrebbe aggregarsi attorno alle proprie insegne personali. Con la dichiarazione di guerra a Renzi, in sostanza, Conte apre la corsa alla futura leadership della sinistra nella convinzione che solo battendo ed umiliando il capo di Italia Viva potrà conquistare il ruolo di leader incontrastato del futuro fronte progressista.

Il disegno dell’attuale inquilino di Palazzo Chigi è comprensibile. Ma per essere realizzabile ha bisogno di due condizioni essenziali. La prima è l’esistenza di defezioni tra i senatori di Italia Viva e di apporti di responsabili proveniente dal gruppo misto o da Forza Italia in grado di azzerare il potere di condizionamento che i voti dei renziani hanno nei confronti della maggioranza. La seconda è l’avallo ed il sostegno del Capo dello Stato che deve accettare senza creare ostacoli di sorta una operazione così trasformista e rischiosa come quella prospettata da Conte.

Il rischio, infatti, è che il progetto che prevede l’azzeramento personale e politico di Renzi non vada in porto e che la guerra porti a quella fine anticipata della legislatura che Matterella vorrebbe scongiurare.

La possibile sconfitta di Conte, però, segnerebbe anche la sconfitta di Mattarella. Al Quirinale hanno calcolato questa eventualità?