Forza Italia a rischio macronismo | Arturo Diaconale

31 Agosto 2018
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Emmanuel Macron campione dell’europeismo buono e Matteo Salvini e Viktor Orbán rappresentanti del sovranismo nazionalista cattivo? La sinistra si è buttata a capofitto su questo schema nella speranza di trovare una qualche linfa vitale capace di prepararla adeguatamente all’appuntamento con le elezioni europee del prossimo anno. Ma questo schema non solo è manicheo ma è anche profondamente sbagliato e, in quanto tale, destinato a far evaporare la speranza del Partito Democratico di recuperare consensi nel voto di primavera.

Il presidente francese sarà pure un europeista, ma interpreta una particolare concezione dell’Europa. Che non è quella dei padri fondatori ma quella del generale Charles de Gaulle, per il quale l’unica Europa buona era quella dove venivano riconosciute e accettate la grandeur e l’egemonia francese. Macron accusa Salvini e Orban di nazionalismo sovranista. Ma il vero nazionalista sciovinista è proprio lui, che chiude i porti e le frontiere all’immigrazione e non solo non prende le distanze con la politica del proprio predecessore Nicolas Sarkozy, che ha provocato il caos libico da cui nascono i problemi dell’immigrazione clandestina, ma prosegue imperterrito lungo quella linea che punta a cancellare gli interessi energetici italiani nella vecchia “quarta sponda”.

Per il Pd non costituisce un problema scegliersi un modello come lo sciovinista Macron da imitare e da sbandierare nella prossima campagna elettorale europea. La vocazione della sinistra a trovare punti di riferimento ideali e politici in personaggi e partiti dichiaratamente contrari agli interessi italiani è antica e ancora insuperata. Salvini avrà facile gioco a trasformare i vari Renzi e i macroniani italiani in tanti servitorelli sciocchi delle pretese arroganti e ingiustificate dei nipotini di Luigi XIV e del generale de Gaulle. Ma una eventuale scelta di questo genere da parte di Forza Italia sarebbe non solo un problema ma anche una tragedia per l’area popolare, liberale e riformista italiana.

Se il partito di Silvio Berlusconi vuole accelerare il processo di sfarinamento e di dissoluzione non deve fare altro che diventare macroniano. L’augurio e la speranza è che questo errore non venga compiuto. Non in nome di un sovranismo che Forza Italia non condivide, ma in nome di quegli interessi nazionali che Silvio Berlusconi ha sempre difeso e perseguito!