Il falso scandalo della legge finanziaria | Arturo Diaconale

20 Settembre 2018
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Qualcuno scopre oggi scandalizzato che la legge finanziaria è diventata il terreno su cui i partiti di governo tentano di impiantare le loro promesse elettorali. Matteo Salvini vuole inserire la flat tax e la revisione della Legge Fornero e Luigi Di Maio il reddito di cittadinanza opportunamente trasformato in un aumento delle pensioni minime.

Tanto scandalo è però strumentale. Perché chiunque abbia un minimo di dimestichezza con la politica italiana del secondo dopoguerra sa che l’obiettivo principale dei partiti di governo è sempre quello di cercare di soddisfare con leggi apposite le attese dei propri elettorati.

Da quando esiste, in sostanza, la legge finanziaria è sempre stata una legge fatta per esigenze elettorali. Oggi Lega e Movimento Cinque Stelle cercano di soddisfare quelle esigenze così come nel passato più lontano e in quello più recente altri partiti di altri governi hanno fatto altrettanto.

Chi rileva che oggi è più rischioso ripetere gli errori del passato visto che il debito pubblico ha raggiunto vette inimmaginabili dimentica che l’alto debito è la conseguenza diretta della logica elettoralistica da sempre dominante nella politica italiana. Perché mai, ad esempio, chi si straccia le vesti per il rischio di sforamento della barriera del 2 per cento non ha battuto ciglio quando Matteo Renzi ha varato la misura degli ottanta euro costata circa nove miliardi di euro allo Stato con il solo obiettivo di raccogliere più consensi possibili in vista del referendum fallito e delle successive tragiche elezioni?

Nessuno, dunque, può fare la morale anti-elettoralistica dopo aver piegato la testa di fronte agli elettoralismi del passato. Anche perché andare incontro alle esigenze e alle richieste del corpo elettorale non solo non è un peccato ma è anche il sale del sistema democratico. Naturalmente la ricerca del consenso deve essere coniugata con la tenuta del sistema economico e finanziario dello Stato. Ma senza consenso popolare non c’è democrazia. Il ché, è banale dirlo, ma costituisce una verità da non dimenticare mai!