La fantapolitica dell’appoggio esterno | Arturo Diaconale

12 Aprile 2018
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Pare che prenda piede l’idea di un governo Lega-M5S appoggiato esternamente da Forza Italia. L’ipotesi passerebbe attraverso l’accettazione da parte di Silvio Berlusconi dell’appello di Luigi Di Maio a fare un passo indietro per consentire la nascita di un governo di nuova generazione e potrebbe concretizzarsi dopo le elezioni regionali in Friuli-Venezia Giulia e in Molise destinate a concludersi rispettivamente con la vittoria del candidato leghista e del candidato grillino.

È difficile stabilire la fattibilità della idea. Perché l’eventuale passo indietro di Berlusconi non scioglie l’altro nodo che rende difficile l’intesa tra Lega e M5S e che riguarda l’identificazione del futuro presidente del Consiglio. Sarebbe Salvini perché Di Maio si sentirebbe accontentato dall’esclusione del Cavaliere? Oppure Di Maio perché Salvini verrebbe compensato da un’ampia e qualificata rappresentanza governativa? O, al contrario, un terzo soggetto da definire per consentire a ciascuno dei candidati premier di salvare la faccia di fronte ai propri elettori?

Che il nodo sia intricato è sotto gli occhi di tutti. Ma se anche la questione trovasse una soluzione, quale tipo di governo potrebbe vedere la luce in nome dell’avvento delle nuove generazioni e dell’archiviazione di quelle passate?

I numeri dicono che l’asse Lega-M5S potrebbe avere la maggioranza per formare il governo, ma i numeri sarebbero ristretti rendendo l’Esecutivo debole ed esposto a qualsiasi intemperie parlamentari. A renderlo solido sarebbero i voti di Forza Italia e anche quelli di Fratelli d’Italia, voti che calcolati insieme sarebbero superiori a quelli della Lega.

Questo dato indica che nell’eventualità di un governo fondato sull’asse Lega-M5S il rottamato Cavaliere cacciato dalla porta potrebbe rispuntare dalla finestra in compagnia di quella Giorgia Meloni che al momento gli osservatori sembrano incredibilmente dimenticare. L’appoggio esterno di Berlusconi e Meloni all’asse Salvini-Di Maio eserciterebbe inevitabilmente un serio condizionamento del governo. Ma, soprattutto, aprirebbe la strada in maniera quasi inconsapevole a una nuova evoluzione del centrodestra dove il peso della Lega verrebbe automaticamente bilanciato dal peso della convergenza automatica tra Forza Italia e Fratelli d’Italia.

Siamo alla fantapolitica? Certo. Ma non è forse fantapolitica immaginare un accordo di governo tra leghisti e grillini?