La nemesi del trasformismo | Arturo Diaconale

12 Dicembre 2019
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La maggioranza non ha nulla da temere dalla dissociazione di alcuni senatori del Movimento Cinque Stelle. In Parlamento abbondano i “responsabili volonterosi” pronti a sostituire le defezioni grilline pur di continuare a sedere sullo scranno dove sono stati sistemati da sciocchi capi-partito ed evitare la crisi e le elezioni anticipate. Ma a dover temere più di ogni altro è proprio il Movimento Cinque Stelle che incomincia a perdere pezzi non da parte di chi non vuole pagare le quote a Rousseau ma da chi fornisce una spiegazione tutta politica alla scelta di rompere con Di Maio e compagni. Può essere che questi dissidenti scissionisti cerchino riparo direttamente nelle file della Lega o che si parcheggino temporaneamente nel gruppo misto in attesa di nuova collocazione. Ma nel momento in cui usciranno formalmente con una qualche motivazione politica apriranno una crepa nella compagine parlamentare grillina che avvierà una valanga destinata a provocare altre e più gravi lacerazioni nella montagna del popolo pentastellato.

Di Maio può anche cercare di fermare il fenomeno accusando Salvini di aver avviato il mercato delle vacche. Ma sa bene che le “vacche in questione” non sarebbero state mai disposte a vendersi se il Movimento non fosse vicino all’implosione e, conseguentemente, non fosse percorso dal grido inquietante del “si salvi chi può”. Chi ha la possibilità di salvarsi rimanendo fermo nel Movimento perché fa parte del gruppo ristretto che calcola di rientrare in Parlamento anche in caso di forte flessione elettorale, si stringe attorno al Capo politico. Ma chi non ha speranze di sopravvivere politicamente continuando a fare la guardia al bidone bucherellato dei Cinque Stelle incomincia a sganciarsi ed a trovare nuovi punti di riferimento politico.

Siamo di fronte ad una forma di trasformismo moralmente censurabile? Certamente. Ma è singolare che a denunciare questo trasformismo siano coloro i quali hanno fatto dell’intercambiabilità delle alleanze la loro principale caratteristica identitaria. Chi di trasformismo colpisce di trasformismo perisce. Vero Conte? Vero Di Maio?