Giudicata inidonea a gestire i tremila chilometri della rete autostradale italiana per via della tragedia del Ponte Morandi, la società Atlantia viene considerata pienamente adeguata a gestire e rilanciare la rete dei trasporti aerei della compagnia di bandiera Alitalia. Non si tratta di uno scherzo, ma della realtà. Una realtà che non riguarda l’aspetto tecnico della decisione di Ferrovie di accogliere come partner il colosso dei Benetton già operante nel settore con Aeroporti di Roma escludendo le proposte di altri aspiranti soci in possesso di tutte le garanzie bancarie richieste per partecipare all’impresa. Lo scherzo riguarda l’aspetto politico della vicenda. E che ha come interprete unico e solo il capo politico del Movimento Cinque Stelle, Luigi Di Maio, che si è esibito in una serie di acrobatiche giravolte logiche e lessicali durante la lunga fase costitutiva del consorzio Alitalia. Prima ha sostenuto che una società a cui stavano per essere tolte le concessioni autostradali sarebbe fallita e, per questo motivo, non avrebbe mai potuto contribuire in alcun modo alla ripartenza della compagnia di bandiera. Successivamente, ha ammorbidito la posizione di partenza sottolineando come la questione delle concessioni autostradali andava nettamente separata da quella dell’Alitalia. E infine, a decisione presa e con Atlantia inserita nel consorzio in una posizione minoritaria rispetto al capitale pubblico ma di grande rilievo, ha annunciato che la compagnia aerea nazionale può essere finalmente rilanciata anche se la richiesta del Movimento Cinque Stelle di revoca delle concessioni autostradali al colosso dei Benetton rimane ferma ed intoccabile.
Il problema, va ribadito, non è la soluzione tecnica trovata al nodo-Alitalia. Gli esclusi in possesso di tutti i requisiti richiesti possono dolersene, ma ne debbono prendere atto. Il problema è che il metodo di governo messo in mostra da Luigi Di Maio rasenta l’incredibile e costituisce un motivo di estrema preoccupazione.
Se questo è il modo con cui si gestisce il Paese e la sua crisi economica e morale si deve automaticamente concludere che una simile dimostrazione di assenza di serietà e di logica costituisce il miglior viatico per la rovina. Con questa gente al governo il futuro è decisamente oscuro.