Quando gli errori diventano una catena continua scatta il diritto al sospetto. Che non è piagnisteo, complottismo o alibi per le proprie carenze ma la legittima richiesta di un campionato regolare, trasparente, corretto e non lo strumento per colpire chi non fa parte del coro.
Parlo di Lazio? Certo. E la butto in politica calcistica? Certo. Perché ho troppa esperienza per non dare ragione al Cardinal Bellarmino quando diceva che a pensare male si fa peccato ma spesso ci si azzecca.