“L’idiota” Usa e i cretini nostrani | Arturo Diaconale

9 Gennaio 2018
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I giornali italiani sono pieni di notizie sul libro “Fire and Fury” in cui Michael Wolff ha raccolto tutti i pettegolezzi e le notizie più malevole riguardanti Donald Trump ruotanti attorno all’affermazione di fondo secondo cui anche i più stretti collaboratori del Presidente Usa lo considererebbero un “idiota”. L’interesse è ovviamente più che giustificato. Le vicende di Trump non riguardano solo la sua persona, la sua famiglia o il suo solo Paese. Le conseguenze dell’imbecillità del massimo rappresentante degli Stati Uniti sono destinate a scaricarsi sull’intero pianeta. Ed è quindi ovvio che la stampa italiana segua con attenzione tutte le vicende che riguardano il presunto imbecille nel giustificato timore che a pagarne il prezzo possano essere anche i cittadini della nostra penisola.

I giornali italiani sono pieni di notizie sul libro “Fire and Fury” in cui Michael Wolff ha raccolto tutti i pettegolezzi e le notizie più malevole riguardanti Donald Trump ruotanti attorno all’affermazione di fondo secondo cui anche i più stretti collaboratori del Presidente Usa lo considererebbero un “idiota”. L’interesse è ovviamente più che giustificato. Le vicende di Trump non riguardano solo la sua persona, la sua famiglia o il suo solo Paese. Le conseguenze dell’imbecillità del massimo rappresentante degli Stati Uniti sono destinate a scaricarsi sull’intero pianeta. Ed è quindi ovvio che la stampa italiana segua con attenzione tutte le vicende che riguardano il presunto imbecille nel giustificato timore che a pagarne il prezzo possano essere anche i cittadini della nostra penisola.

Ma non c’è solo legittima preoccupazione nella stampa nazionale. C’è anche e soprattutto il riflesso del pregiudizio ideologico e politico negativo che la stampa liberal americana nutre nei confronti del successore di Barack Obama. I nostri giornali e le nostre televisioni partecipano in prima persona al dibattito politico che si svolge negli Stati Uniti imitando con grande entusiasmo e una forte dose di provincialismo gli atteggiamenti dei nemici dichiarati dell’attuale presidente americano. Come se l’eco italiana delle discussioni di Oltreoceano potesse mai incidere in qualche modo sulle discussioni stesse favorendo l’eventuale cacciata di Trump dalla Casa Bianca.

Una illusione del genere è, ovviamente, patetica. Ma più grave è il silenzio che i liberal provinciali italiani dedicano ai risultati del primo anno di vita presidenziale del presunto “idiota”. In particolare, il 4,5 per cento di disoccupazione, l’inversione in atto del processo di delocalizzazione delle aziende che produce automaticamente il ritorno dei posti di lavoro, il balzo in avanti della Borsa e dell’economia in seguito alla riforma con cui il presunto “demente” ha drasticamente ridotto la pressione fiscale.

Gli orfani nostrani di Obama irridono Trump per la pacchianeria, il ciuffo platinato e tutte le debolezze personali di un soggetto dalla personalità sicuramente anomala. Ma si guardano bene dal rilevare come nel giro di poco più di 12 mesi lo squilibrato della Casa Bianca sia riuscito a ottenere risultati mai neppure sfiorati durante la presidenza democratica. E, soprattutto, non osano neppure mettere a confronto gli effetti della politica dell’“imbecille” Usa con quelli degli intelligentoni che hanno governato negli ultimi cinque anni il nostro Paese. La ragione non è solo il pregiudizio politico. È che se lo facessero gli elettori italiani scoprirebbero facilmente quali sono i veri cretini!