L’inaffidabilità democratica di Di Maio | Arturo Diaconale

28 Febbraio 2018
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Nessuno può impedire a Luigi Di Maio di salire al Quirinale non invitato e annunciare, non a beneficio del Presidente della Repubblica ma dei media in cerca di notizie da fine campagna elettorale, che prima del voto presenterà la sua squadra di governo.

Un’iniziativa del genere non può essere vietata. E infatti il capo dello Stato non l’ha respinta ma ha solo evitato di incontrare personalmente Di Maio. Ma il fatto che non possa essere impedita non toglie nulla alla considerazione che si è trattato solo di una trovata propagandistica basata su una strumentalizzazione smaccata della massima carica della Repubblica. Non si è trattato di un semplice sgarbo istituzionale, magari giustificato dalla scarsa dimestichezza del giovane leader grillino (che però è stato vicepresidente della Camera per l’intera legislatura) con le regole della buona creanza repubblicana. Si è trattato, al contrario, di una dimostrazione fin troppo eloquente della totale inaffidabilità democratica di un personaggio e di un movimento che non hanno principi e valori e tendono ad usare della Costituzione solo ciò che fa loro più comodo.

La prova del nove di questa inaffidabilità democratica è venuta dalla decisione dello stesso Di Maio di annunciare la candidatura del generale dei carabinieri Sergio Costa a ministro dell’Ambiente in caso di formazione di un governo del Movimento Cinque Stelle. Costa non è un ufficiale in pensione, ma in piena attività. Se dovesse andare al ministero dell’Ambiente potrebbe sempre dimettersi dall’Arma. Ma visto che non ha preso alcuna aspettativa e si è messo solo in ferie fino al 6 marzo, pare fermamente intenzionato a riprendere le sue normali funzione di generale dei carabinieri nel caso la nomina a ministro non dovesse venire e il governo a guida grillina si rivelasse una illusione. Ma con quale credibilità sua e della stessa Arma? Perché mai i cittadini non votanti del M5s dovrebbero nutrire fiducia e rispetto nei confronti di un ufficiale incapace di rispettare la terzietà del suo ruolo e della sua divisa?

Non sappiamo se il Comando generale dei carabinieri richiamerà Costa. Sappiamo che anche in questo caso Di Maio si è preso gioco delle istituzioni inducendo uno dei suoi rappresentanti ad ignorare i compiti imposti dalla sua funzione. Chi gioca con le regole è inaffidabile!