L’ingerenza dell’Onu nasconde il suo fallimento | Arturo Diaconale

20 Maggio 2019
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L’augurio è che il ministro degli Affari Esteri, Enzo Moavero Milanesi, non abbia preso sul serio la lettera del capo delle Special Procedures dell’Alto Commissariato per i Diritti umani, Beatriz Balbin, in cui, a nome delle Nazioni Unite, si chiede di fermare il decreto sicurezza preannunciato dal ministro dell’Interno, Matteo Salvini, in quanto “potenzialmente in grado di compromettere i diritti umani dei migranti”.

Una tale richiesta, infatti, va buttata rapidamente nel cestino della carta straccia. Non solo perché rappresenta una indebita ingerenza nelle questioni interne di un Paese come l’Italia che ha il diritto ed il dovere di decidere autonomamente sui problemi della propria sicurezza. Ma soprattutto perché in tema di immigrazione, in particolare quella che dal Nord Africa si indirizza verso il nostro Paese, l’Onu non ha alcun titolo giuridico, politico e morale per impartire alcun genere di lezione.

La ragione è che il fenomeno dell’immigrazione è in gran parte il frutto del fallimento delle Nazioni Unite. Nel Canale di Sicilia non affondano solo i barconi dei disperati, ma anche e soprattutto la credibilità e l’autorevolezza del massimo organismo internazionale incapace di esercitare qualsiasi tipo di funzione in grado di affrontare le cause di fondo dei grandi flussi migratori.

Il fallimento delle Nazioni Unite emerge ogni giorno con maggiore evidenza nello sviluppo del caos libico. L’opera dei rappresentanti del Palazzo di Vetro è risultata ininfluente. Il ché può essere anche comprensibile visto che l’azione politica dell’Onu diventa concreta solo quando può contare sul consenso delle grandi potenze e questo consenso è del tutto assente nelle vicende dell’ex colonia italiana. Ma in Libia l’Onu sta fallendo anche e soprattutto sul terreno della difesa di quei valori umani che teme possano essere messi in discussione in Italia con il decreto bis sulla sicurezza. Il controllo dei campi profughi dove si vive in condizioni disumane, si consumano prevaricazioni e torture di ogni genere e da dove si centellinano le partenze dei migranti in maniera ricattatoria verso il nostro Paese, è lasciato alle bande dei miliziani.

I rappresentanti del massimo organismo internazionale parlano ma non agiscono. Dovrebbero pretendere il controllo e la gestione delle masse di profughi ostaggio in Libia dei trafficanti di esseri umani camuffati da soggetti politici. Invece stanno a guardare con le mani in mano salvo salire in cattedra per impartire lezioni che riguardano solo il loro operato. Moavero, quindi, farebbe bene di rinviare la lettera al mittente. E l’intero Governo italiano si dovrebbe affrettare a sollevare a livello internazionale il problema del fallimento dell’Onu sull’immigrazione!