Serve una proposta per un’Europa diversa | Arturo Diaconale

15 Novembre 2018
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Parafrasando Giovanni Amendola che a suo tempo aveva detto “questa Italia non ci piace”, molti oggi dicono “questa Unione europea non ci piace”.

Ma così come Amendola, che nel criticare l’Italia del suo tempo non si sognava minimamente di mettere in discussione l’idea dell’Italia intesa come Stato unitario, i critici della Ue che parafrasano il leader liberale dello scorso secolo non hanno alcuna intenzione di mettere in discussione l’idea dell’Europa unita. Il loro obbiettivo è di contestare la Ue del nostro tempo, non quella che è stata costruita nell’immediato secondo dopoguerra ma quella che si è venuta a creare dopo l’unificazione tedesca e che si è strutturata tenendo conto non solo dell’asse franco-tedesco ma soprattutto della vocazione egemonica continentale della Germania.

Dire, allora, “quest’Europa non ci piace” non significa ripudiare l’idea ed il progetto di una Europa unita. Significa sostenere che l’Europa a trazione franco-tedesca e ad egemonia germanica costituisce un modello di unità continentale ormai declinante e che andrebbe sostituito da un modello più rispondente agli ideali unitari ed alle esigenze dei popoli europei.

Già, ma quale modello potrebbe sostituire quello esistente? Il problema è al momento senza una risposta. Perché i critici della Ue attuale non avanzano alcuna proposta innovatrice ed i difensori degli assetti attuali non sanno far altro che difendere l’esistente a dispetto dell’evidente crisi dell’asse franco-tedesco e delle difficoltà politiche di quella cancelliera Angela Merkel che è diventata agli occhi dell’opinione pubblica europea il simbolo vivente dell’egemonia tedesca.

La prossima campagna elettorale sarà dunque uno scontro tra chi non ha una proposta innovatrice e chi non è in grado di uscire dal passato e cerca di blindare l’esistente ripetendo il mantra che il risorgere del nazionalismo sotto forma di sovranismo può far rinascere il germe della guerra nel Vecchio Continente.

Il mantra è sacrosanto. Ma diventa privo di senso se a ripeterlo è la Merkel, che ha indirizzato la Ue sulla base di quella vocazione egemonica tedesca che è la forma non bellica del nazionalismo di Berlino. Per cui sarebbe opportuno che prima del voto di primavera una proposta di unità europea innovatrice venisse da qualche parte proposta. In fondo non è poi così difficile imitare un modello federale già esistente come quello degli Usa!