Si scommette sulla sorte del governo. C’è chi punta sulla caduta a gennaio a causa di un pretesto qualsiasi, il Mes, la prescrizione o qualunque altra questione come l’ex Ilva o l’Alitalia su cui possa scoppiare un litigio tra gli alleati di governo. E c’è chi punta sulla sopravvivenza per almeno un altro anno dando per scontato che, con una giusta dose di rinvii e compromessi al ribasso, la maggioranza riesca a scavallare il 2020 anche a dispetto delle probabili sconfitte elettorali in Emilia-Romagna ed in Calabria e nelle altre regioni dove si andrà a votare nella tarda primavera.
Il fatto che si scommetta sulla durata dell’esecutivo costituisce una prova tangibile della estrema precarietà del Conte-bis. Se fosse solido nessuno affiderebbe ai dadi la previsione sulla sua durata. Ma accanto a questa circostanza c’è una seconda e più importante ragione che alimentano i più oscuri presagi sulla compagine ministeriale giallorossa. Si tratta della perdita progressiva delle motivazioni che avevano giustificato la nascita dell’attuale esecutivo.
Come si ricorda il Conte-bis è nato per scongiurare elezioni anticipate che avrebbero assicurato la sicura vittoria di Matteo Salvini, per evitare l’aumento dell’Iva , per arrivare alla scadenza del settennato presidenziale di Sergio Mattarella ed avere la possibilità di eleggere un Presidente sempre espresso dalla sinistra ed, infine, per avviare un processo di alleanza organica ed irreversibile tra Pd e Movimento Cinque Stelle.
Di tutte queste motivazioni neppure quella dell’antisalvinismo è ancora in piedi. Perché è vero che con il governo giallorosso sono state evitate le elezioni anticipate ma è ancora più vero che, grazie alla inerzia ed alla incapacità del governo, la Lega continua a volare nei sondaggi e, soprattutto, è riuscita a ricucire quella alleanza di centro desta che sembrava irrecuperabile e che è largamente maggioritaria nel paese. Accanto a quella antisalviniana tutte le altre motivazioni sono svanite miseramente. L’aumento dell’Iva è stato evitato ma a prezzo di una manovra ridicola e vessatoria che riesce addirittura a far pensare che sarebbe stato più conveniente per il paese ed i cittadini ritoccare selettivamente l’imposta sui consumi piuttosto che puntare ancora una volta su tasse e manette. L’eventualità che questo Parlamento possa esprimere un Presidente della Repubblica proveniente dalla sinistra appare sempre più avventurosa e complicata vista la tendenza all’isolamento identitario del M5S. Ed infine l’alleanza organica tra Pd e grillini è fallita prima ancora di nascere lasciando nella disperazione i teorici di questa innaturale e inattuabile fantasia politica.
Per quale ragione, allora, il governo giallorosso rimane in carica? In campo rimane una sola motivazione. Quella di fare danni!