Luigi Di Maio ha protestato contro i “giochi di potere” che le altre forze politiche starebbero facendo sulla pelle dei cittadini. Come dire che i partiti presenti in Parlamento oltre al Movimento Cinque Stelle sarebbero impegnati in operazioni e trattative nascoste per impedire la formazione di quel governo grillino che, secondo Di Maio, sarebbe la conseguenza scontata e democratica del voto popolare del 4 marzo scorso.
In realtà i risultati della consultazione elettorale della scorsa settimana hanno attribuito al M5S il 32 per cento dei voti, trasformandolo nel partito più votato dagli italiani. Al tempo stesso, però, gli stessi italiani hanno attribuito il 68 per cento dei voti ai partiti diversi da quello fondato da Beppe Grillo. E se questi partiti, che rappresentano la stragrande maggioranza dell’opinione pubblica, stanno svolgendo trattative riservate per valutare la possibilità di dare vita a un governo diverso da quello voluto da Di Maio, il loro non è un “gioco di potere” sulla pelle dei cittadini ma un semplice “gioco democratico” imposto dal sistema della democrazia rappresentativa.
L’attacco del “capo politico” grillino alle altre forze politiche può apparire contraddittorio rispetto alle recenti dichiarazioni di Luigi Di Maio secondo cui i grillini sono pronti a trattare con tutti pur di dare vita a un governo a loro guida. Ma nella posizione del rappresentante del M5S non c’è alcuna contraddizione. Di Maio sa bene che il suo partito non ha alcuna possibilità di dare vita a un qualsiasi governo senza un accordo con altre forze politiche. Sembra intenzionato a scaricare sugli altri il fallimento di una trattativa che non solo non ha mai aperto ma che, probabilmente, non ha alcuna intenzione di avviare.
La posizione di Di Maio, in sostanza, sembra nascondere la volontà di far rimanere il suo partito sempre e comunque all’opposizione. Nella convinzione che solo da questa posizione il Movimento Cinque Stelle può continuare ad accrescere i propri consensi a spese di chi si voglia fare carico della responsabilità di dare un governo al Paese. Dall’opposizione si possono rivolgere promesse impossibili al Paese. Viceversa, stando al governo le promesse vanno mantenute. Altrimenti i voti si perdono, come tutti sanno, anche Di Maio!