“Aboliremo la povertà” ha promesso Luigi Di Maio. Ed il sottosegretario agli Esteri Manlio Di Stefano è stato addirittura più preciso: “Grazie alla Manovra del Popolo tutti i cittadini ignorati e trattati da ultimi diventeranno i primi”.
“Vasto programma” disse il generale Charles De Gaulle a chi gli proponeva di lanciare una campagna per eliminare i cretini. Ed è proprio al generale che viene da pensare nel momento in cui Di Maio preannuncia l’avvento della società egualitaria disegnata da Carlo Marx e Di Stefano arriva addirittura a promettere che la Manovra del Popolo realizzerà la società evangelica in cui gli ultimi saranno i primi.
L’evocazione di De Gaulle deve servire a stabilire che il generale, invece di ironizzare, avrebbe dovuto accogliere l’esortazione a combattere i cretini e che la battaglia non condotta allora va assolutamente lanciata oggi. Si tratta di un vasto e vano programma? Certamente. Ma impegnarsi in questa impresa, anche se non porta a risultati concreti, può comunque fornire un minimo contributo alla sanità mentale della società italiana.
Perché immaginare e promettere di cancellare la povertà e trasformare gli ultimi in primi attraverso i centri per l’impiego dove si verificheranno le condizioni per l’erogazione del reddito di cittadinanza non è solo demagogia spicciola ma una forma di demenza precoce. Che rischia di provocare un’epidemia di stupidità diffusa tra una parte consistente della società italiana.
La questione, dunque, non è politica ma sanitaria. E rende assolutamente inutile cercare di spiegare che i centri per l’impiego saranno l’ennesimo carrozzone burocratico destinato a sperperare i soldi della comunità. Soldi che andrebbero meglio utilizzati per la creazione di opportunità di impiego e di lavoro piuttosto che di centri per l’assistenza ai disoccupati.
Ma come impedire il dilagare della stupidità provocato dalla cretinaggine al potere? L’unico modo è armarsi dell’antico motto napoletano dell’”accà nisciuno è fesso”. E cercare di smascherare e combattere i cretini!