Maggioranza ed opposizione hanno fatto a gara nel riconoscersi in pieno nel discorso di fine d’anno del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Ma, a dispetto degli sforzi del Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, e di tutti gli esponenti di Forza Italia e del Partito Democratico impegnati in una identificazione totale con l’inquilino del Quirinale, non si può non rilevare come l’appropriazione del Capo dello Stato da parte di maggioranza ed opposizione sia sostanzialmente fallita. Non c’è neppure bisogno di sottolineare come gli elogi sperticati degli esponenti della coalizione governativa siano risultati forzati e falsi.
Mattarella, sia pure con il suo stile di democristiano di antico stampo, non ha lesinato critiche all’Esecutivo giallo-verde. E cercare di spacciare queste critiche come utili stimoli è stato un esercizio decisamente penoso. I partiti d’opposizione, però, non hanno alcun motivo di gioire nel constatare che, di fatto, il Presidente della Repubblica si è posto di traverso all’asse Lega-Cinque Stelle. Trasformare Mattarella nel punto di riferimento dell’intera opposizione non è affatto una grande operazione politica. Al contrario, è la dimostrazione inequivocabile della pochezza di una opposizione che non essendo in grado di esprimere una alternativa realistica all’attuale schieramento governativo, cerca disperatamente di aggrapparsi al Capo dello Stato indicandolo come l’unico personaggio politico capace di mettere un freno al populismo rampante di grillini e leghisti. Ma il Presidente della Repubblica ha un ruolo istituzionale che non può confondersi in alcun caso con una qualche leadership politica.
Neppure Oscar Luigi Scalfaro, che pure non aveva il passo felpato dell’attuale Capo dello Stato, poté mai trasformarsi (come pure speravano gli oppositori di allora) nel contraltare politico del berlusconismo. Il suo ruolo istituzionale gli consentì di lavorare ai fianchi, brigare e tramestare per mettere in ginocchio il Cavaliere. Ma non lo mise mai in condizione di colmare il vuoto di leadership dell’opposizione di allora.
Mattarella, quindi, non risolverà mai il problema del Partito Democratico e di Forza Italia. Darà corpo ad una opposizione morale ma non riuscirà mai a supplire alla carenza di iniziativa politica dei fedelissimi berlusconiani e delle vittime del renzismo, carenza che è la vera forza dell’alleanza di governo tra Lega e Movimento Cinque Stelle.