Non era vero che Boris Johnson aveva sbagliato campagna elettorale e che la sua insistenza sulla Brexit non era riuscita a convincere il consenso che si andava addensando sulle proposte del leader laburista Corbyn basate sul binomio più tasse e più nazionalizzazioni.
Non era vero, dunque, quello che i grandi media nazionali hanno ossessivamente ripetuto come se le elezioni inglesi si fossero dovute tenere in Italia invece che in Gran Bretagna. La loro campagna elettorale, fondata sulla piena adesione alla ideologia paleo-marxista di Corbyn e sul disappunto di non poter promuovere anche in Italia l’applicazione del programma elettorale laburista, non è servita a nulla tranne che a mettere ancora una volta in evidenza la caratteristica di fondo della stragrande maggioranza dell’informazione italiana. Quella di essere ferma ad un sinistrismo talmente vecchio e stantio da non essere neppure vivificato ed attualizzato da quel conformismo politicamente corretto che domina incontrastato nella parte progressista del mondo occidentale.
La vittoria di Johnson, ottusamente classificato dai media nostrani come un sovranista salviniano inglese e non come un conservatore britannico che rappresenta la perenne convinzione della propria base elettorale che a Dover incomincia l’Africa, non costituisce solo una ulteriore spinta alle forze politiche italiane accomunate a Boris per la critica alla Ue franco-tedesca, ma solleva all’interno dei nostri confini il caso dell’informazione resa bugiarda dal pregiudizio ideologico.
Di questo tipo d’informazione, che domina incontrastata nelle grandi reti televisive pubbliche e private e nei più grandi organi di stampa del paese, non ci si può fidare. Sia perché racconta sempre e comunque una realtà totalmente deformata dalla propria visione ideologica ferma a tempi lontani e superati. Sia perché è refrattaria ed ostile ad ogni forma di pluralismo rifiutandosi di registrare qualsiasi narrazione contraria alla propria visione o, peggio, irridendo alle narrazioni divergenti dalla ortodossia trattandole come sciocchezze di illetterati incapaci di abbeverarsi alla verità rivelata.
Chi si stupisce e si lamenta per il crollo verticale delle vendite dei giornali ed il calo degli ascolti faccia tesoro del caso Johnson. Il rifiuto del pluralismo uccide l’informazione!