Fedele al suo grossolano giustizialismo il capo politico del Movimento Cinque Stelle Luigi Di Maio non sa far altro che affrontare il problema della Banca Popolare di Bari pretendendo di sapere i nomi dei responsabili del dissesto. A lui non interessa come risolvere una questione da cui può dipendere il futuro economico e civile di una parte consistente del Mezzogiorno d’Italia. A lui importa solo comminare delle pene, e, soprattutto, rendere noto all’opinione pubblica che la vendetta sociale nei confronti dei colpevoli del fallimento bancario è stata compiuta nel più rigoroso dei modi. La sua è una giustizia di tipo primordiale. Non chiede il taglio delle mani di chi ha firmato bilanci fasulli o sbagliati ma, se potesse, lo farebbe ben volentieri per fornire agli italiani ed ai suoi elettori il segno che lo stato ha punito chi ha infranto o non rispettato le regole nella maniera più inflessibile ed esemplare.
Di Maio e gli altri giustizialisti della sua risma non prendono neppure in considerazione l’ipotesi che un giorno potrebbero essere chiamati a rispondere di qualche colpa e condannati a subire una qualche punizione capace di educare alla virtù il popolo per le loro colpe. Per definizione i giustizialisti, grossolani o raffinati che siano, si considerano esenti da ogni tipo di responsabilità penale, civile o semplicemente morale.
Ma la loro certezza di impunità è fondata sul nulla. Perché esiste una colpa gigantesca che grava sulla classe politica che ha governato il paese negli ultimi dieci anni. È quella certificata dall’Istat secondo cui nell’ultimo decennio quasi un milione di giovani provvisti in grandissima parte di istruzione superiore hanno abbandonato l’Italia per emigrare in paesi dove poter costruire il proprio futuro.
Definire un reato aver costretto questo milione di giovani ad allontanarsi dalle proprie città natali è sicuramente sbagliato da un punto di vista strettamente giudiziario. La responsabilità di aver determinato l’esodo od avervi semplicemente contribuito è, però, una forma gravissima di violazione degli interessi del paese.
Di Maio pensa alle pene esemplari per i banchieri delle banche fallite. Già che si trova in sindrome giustizialista incominci anche ad immaginare quando sarà chiamato, insieme alla sua banda di incompetenti demagoghi, a rispondere della resto di tradimento di una intera generazione. Quella che per non finire in una scatoletta di sardine ha puntato solo sul proprio lavoro dove sia possibile svolgerlo!