Almeno finisce il dramma delle Ong | Arturo Diaconale

24 Settembre 2019
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L’unico dato positivo del vertice di Malta sui migranti a cui hanno partecipato i ministri degli Interni italiano, francese, tedesco, finlandese e maltese è che non assisteremo più alle provocazioni delle navi Ong di fronte ai nostri porti con annessa propaganda piagnona e buonista dei media antisovranisti nostrani ed internazionali ed interventi a gamba tesa della magistratura creativa del nostro paese. D’ora in avanti, anche se l’accordo definitivo tra gli stati europei è ancora tutto da definire, le navi Ong non avranno alcun bisogno di mobilitare attori e personaggi famosi, fare da red carpet per politici in cerca di notorietà, richiamare tutti i giornalisti politicamente corretti delle Tv pubbliche e private per realizzare servizi su bambini e donne piangenti, utilizzare per la causa dell’accoglienza preti bergogliani ed associazioni clericali che campano sui profughi e sfruttare tutte le toghe non più rosse ma politicamente corrette della penisola. Il loro sarà un compito di semplice traghetto. Prenderanno i migranti all’uscita dei porti libici sulla base delle indicazioni dei mercanti di carne umana e li porteranno senza alcun tipo di intoppo e di problema nei porti spalancati della Sicilia e del Sud d’Italia.

La vera notizia giunta da Malta, dunque, non è quella di una intesa ancora da definire per quella “apertura epocale” da parte dell’Europa percepita solo dal Premier Giuseppe Conte in preda a chiara visione mistica. Ma è quella che  la tragedia ed il pathos sono finiti. E che alle navi Ong toccherà il compito dei semplici traghettatori al servizio degli stati europei. Senza aureole di bontà e con qualche problema di finanziamento visto che i soldi arrivano solo se c’è un dramma da sbandierare ed un governo sovranista da combattere.

Se l’afflato buonista che ha pervaso i media politicamente corretti durante i quattordici mesi dei “porti chiusi” fosse sincero, si potrebbe prevedere lo spostamento della “fabbrica del dramma” dalle navi ai centri di accoglienza. Che ora andranno riaperti, ristrutturati e resi dignitosi ed umani. Ma è facile immaginare che l’attenzione mediatica si sposterà solo nei posti dove finiranno i pochi migranti raccolti dalle Ong. Quelli che dopo quattro settimane dovrebbero essere distribuiti nei paesi che “volontariamente”  li richiederanno o inviati ai paesi d’origine che, però, fino ad ora non li hanno mai voluti. E tutti gli altri? Quelli che alla notizia della fine dei “porti chiusi” hanno incominciato a sbarcare in centinaia sulle spiagge meridionali certi di non avere nulla da perdere e tutto da guadagnare con l’arrivo in Italia?

L’accordo non chiuso non li prevede. Li considera dei fantasmi destinati a vagare con la speranza di poter risalire la penisola ed arrivare nella più ricca Europa continentale.

Sarà per questo che, accordo o non accordo, la Francia di Macron continua a blindare la frontiera di Ventimiglia?