Le polemiche scoppiate a Rocca di Papa per l’arrivo dei cento migranti della nave Diciotti dimostrano che l’accoglienza diffusa, teorizzata dalla Cei e dalla sinistra come formula vincente per l’immigrazione, non solo non è una soluzione ma una causa di gravissime tensioni sociali e politiche. La tesi secondo cui queste tensioni sono provocate dai gruppi più estremisti del sovranismo neofascista è falsa e fuorviante. Serve a trovare un nemico che diventa una ragione di esistenza per uno schieramento come quello progressista in crisi di idee e di progetti. Ma provoca una distorsione che impedisce di comprendere come il vero problema dell’immigrazione non sia solo quello dell’accoglienza ma sia soprattutto quello di trasformare la solidarietà, la misericordia, la pietà e l’amore per i profughi in integrazione stabile ed efficace.
La Chiesa e la sinistra si preoccupano solo dell’accoglienza e si illudono che una volta accolti i migrati vengano automaticamente integrati. Ma questa illusione nasconde l’incapacità di affrontare il problema in termini concreti e fuori da ogni schema ideologico o religioso. L’accoglienza senza integrazione produce nelle grandi aree urbane ghetti degradati dove l’unica possibilità di esistenza è data dalla illegalità. Sia essa prostituzione, spaccio di droghe o altre forme di criminalità. Trasportata poi nei piccoli centri, così come teorizzato dalla Cei, innesca meccanismi di divisione e di contrasto nelle comunità accendendo da un lato focolai di razzismo e di tensione e dall’altro una intolleranza destinata fatalmente a sfociare nella violenza.
Ciò che Chiesa e sinistra non vogliono capire è che la misericordia o è realistica oppure diventa la classica strada lastricata di buone intenzioni che porta dritto all’inferno. Il realismo impone di dare lavoro proficuo e condizioni di vita dignitose ai migranti. Se non c’è questa possibilità non si possono accogliere persone per poi metterle ai margini della società, condannandole alla criminalità e al degrado. Come capita nei paesi dell’accoglienza diffusa dove i migranti senza lavoro assumono agli occhi dei residenti il ruolo dei nullafacenti dediti alle attività illegali.
L’errore è gravissimo. Perché è la prima causa di quel razzismo che neppure il regime fascista era riuscito a far attecchire!