Luigi Di Maio ha deciso di tenere consultazioni parallele rispetto a quelle del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Il capo dello Stato incontra i rappresentanti di tutte le forze politiche. Il capo politico del Movimento Cinque Stelle ha deciso invece di avere incontri separati con i dirigenti del Partito Democratico e con quelli della Lega.
La differenza è che mentre Mattarella spera di poter risolvere la crisi e dare, presto o tardi, un governo al Paese, Di Maio non ha alcuna intenzione di risolvere la crisi e contribuire alla formazione del governo ma punta ad aggravare la situazione rendendo impossibile l’impresa di dare vita a un nuovo Esecutivo.
La conferma di questa osservazione viene dalla pervicacia con cui il giovane capo grillino pretende di eliminare dal centrodestra il fondatore del centrodestra stesso e di cancellare dal Pd l’esponente che dopo aver governato il partito negli ultimi anni controlla oggi almeno i tre quarti del partito stesso.
Di Maio è un pretenzioso irrealista? Niente affatto. Porta avanti con estrema determinazione il progetto del M5S di creare il massimo delle difficoltà e delle divisioni all’interno delle forze politiche concorrenti per arrivare, sfruttando gli errori altrui, a diventare il partito dominante della scena politica nazionale. Di fronte agli scontati dinieghi del centrodestra e del Pd di fare harakiri incomincerà ad accusare Matteo Salvini e Maurizio Martina di aver rifiutato l’offerta di cambiamento avanzata chiedendo di incoronarlo Presidente del Consiglio. E chiuderà le sue consultazioni parallele ripartendo per una campagna elettorale che andrà avanti fino alle elezioni europee del prossimo anno e, successivamente o contemporaneamente, al voto politico anticipato.
Si può contrastare questa sorta di marcia trionfale del condottiero grillino? L’unico modo possibile è non prenderlo sul serio, così come oggettivamente merita. Definire ridicole le sue consultazioni parallele, farseschi i suoi veti, comici i suoi tentativi di togliere al centrodestra il fondatore e al Pd l’attuale padrone. Smascherare il miles gloriosus dei Cinque Stelle in attesa che una risata collettiva sgonfi il suo pallone di prosopopea!