Dal governo Salvini-Di Maio a quello Grillo-Renzi | Arturo Diaconale

29 Agosto 2019
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La discontinuità formale non c’è. Ma quella sostanziale è fin troppo evidente. Al governo Conte-Di Maio a trazione Salvini subentra un governo Conte a trazione Renzi. La crisi ha prodotto questo bizzarro risultato. Ha messo in crisi il capo politico del Movimento Cinque Stelle divenuto subordinato a Giuseppe Conte incoronato dal garante dei mondo grillino, cioè da Beppe Grillo, il vero leader del movimento. Ed ha consentito all’ex Presidente del Consiglio Matteo Renzi di uscire dalla limbo, in cui era stato costretto a rifugiarsi dopo il fallimento del referendum e la successiva sconfitta elettorale, ed a rilanciarsi nel ruolo di super-segretario di un Pd in cui il segretario ufficiale non può avere altri compito che adeguarsi alla linea del superiore.

Una discontinuità così forte ha un solo e grande difetto. Vale solo all’interno del Palazzo. Nel paese reale non viene minimamente percepita. Perché il messaggio di Conte che succede a se stesso è più forte di qualsiasi valutazione politica su chi sale e chi scende nelle gerarchie del potere politico nazionale e dei singoli partiti.

Nell’opinione pubblica, che ha una memoria storica sedimentata e profonda, il Conte-bis diventa una operazione trasformistica in tutto simile a quelle della Prima Repubblica che vedevano i maggiorenti democristiani andare a tornare a Palazzo Chigi facendo finta che tutto dovesse cambiare tranne le loro facce, i loro clientes ed i loro metodi di governo.

Sul piano dell’immagine, dunque, il nuovo esecutivo parte appesantito da un marchio trasformista difficilmente eliminabile. A questa difficoltà si aggiunge poi quella, non dell’immagine ma della sostanza, di dover dipendere dall’esito delle lotte interne del Movimento Cinque Stelle e della precarietà del rapporto esistente nel Pd tra il super-segretario Renzi ed il segretario minore Zingaretti.

Conte potrà pure tentare di comportarsi da grande statista forte delle benedizione di Trump, Macron, Merkel e Vaticano ma la sua permanenza a Palazzo Chigi dipenderà dai regolamenti di conti interni del mondo grillino e di quello della sinistra. Cioè dai capricci di Grillo e dalle giravolte di Renzi.

Nel dare il via ad un governo del genere Sergio Mattarella si è assunto una bella responsabilità!