Dicesi inciucio l’accordo di governo tra Matteo Renzi e Silvio Berlusconi. Dicesi contratto l’accordo di governo tra Matteo Renzi e Luigi Di Maio. L’ultima trovata della campagna elettorale è proprio questa distinzione. Pare che il capo politico del Movimento 5 Stelle, nella consapevolezza che il suo partito non avrà mai la maggioranza, abbia in animo di aprire un tavolo subito dopo le elezioni a cui invitare Renzi, Pier Luigi Bersani ed Emma Bonino per cercare di dare vita a un governo fondato su una larga intesa di sinistra. Come dire che se il Partito Democratico partecipa a larghe intese con i partiti del centrodestra dà vita a un inciucio politicamente e moralmente inaccettabile, mentre se le larghe intese le realizza in compagnia dei suoi scissionisti, dei radical-boniniani e del M5s compie una operazione di grande rilievo e di grande respiro nazionale ed europeo.
La contraddizione è smaccata. Ma l’aspetto ridicolo della faccenda non è nel moralismo di convenienza dei grillini, ma nella loro convinzione che in politica sia tutto possibile visto che il popolo bue segue sempre e comunque. Può essere che Di Maio, nella sua smania governista, pensi sul serio che dopo aver condotto una campagna elettorale impostata sulla contrapposizione netta con il renzismo e il Pd possa tranquillamente arrivare a un accordo con il “nemico giurato” per spartirsi da buoni amici i posti di una coalizione governativa di sinistra. Può anche essere che il capo grillino abbia in testa una variante di questo schema segnata dall’accordo di governo non con tutto il Pd ma solo con quella parte decisa a liquidare Renzi dopo la prevedibile sconfitta elettorale del 4 marzo. Non è forse stato Michele Emiliano ad ipotizzare una soluzione del genere?
In ogni caso, però, Di Maio non calcola che un movimento antisistema ha un solo modo di entrare nel sistema che ha sempre combattuto. Quello di conquistarlo e di assumerne la guida. In caso contrario, i sostenitori del movimento antisistema abbandonano senza alcuna esitazione gli “entristi” a ogni costo e si rivolgono verso altre forze che combattono il sistema vigente. Di Maio, in sostanza, gioca con il fuoco. Quello stesso che fece squagliare come neve al sole il movimento qualunquista di Guglielmo Giannini!