Don Sturzo alternativo a Papa Francesco | Arturo Diaconale

18 Gennaio 2019
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I “liberi e forti” di don Luigi Sturzo rappresentavano un cattolicesimo liberale e nazionale che oggi sarebbero agli antipodi di un quel cattolicesimo globalista ed antioccidentale che è rappresentato dai “costruttori di ponti” voluti da Papa Francesco.

Compie un doppio errore chi celebra il centesimo anniversario della nascita del Partito Popolare immaginando che il ritorno in campo del cattolicesimo militante italiano comporti la riappropriazione di quello spazio politico di centro perseguito a suo tempo dal prete di Caltagirone. Sottovaluta o addirittura ignora che il Partito Popolare di don Sturzo si caratterizzò fin dalla sua nascita come una forza politica orientata a maggioranza verso il centrodestra tanto che gran parte dei suoi sostenitori divennero negli anni successivi determinanti per la nascita del primo governo di Benito Mussolini. E non tiene minimamente in considerazione che nel secondo dopoguerra don Sturzo, che non si iscrisse mai alla Democrazia Cristiana, rimase fermo nel suo liberalismo nazionale diventando il più deciso avversario della “Dc, partito di centro che guarda a sinistra” e della crescente influenza sullo scudocrociato della sinistra dossettiana e del neo-statalismo fanfaniano di derivazione corporativa.

Ma se questo primo errore è di natura storica il secondo, molto più grave, riguarda la vita politica italiana del presente e del prossimo futuro. Immaginare che il ritorno in campo dei cattolici consenta di recuperare il centro costituisce una autentica offesa alla realtà dei fatti. Al momento gli unici cattolici che appaiono impegnati in una operazione di ritorno sulla scena italiana sono quelli delle organizzazioni più allineate alle posizioni di Papa Francesco. E queste posizioni non solo non rappresentano in alcun modo il centro della politica nazionale, ma sono sicuramente collocate alla sinistra di qualsiasi sinistra esistente in questo momento in Italia. Alla sinistra del Partito Democratico, di Leu e della stessa fascia più ortodossa del mondo grillino.

Bergoglio considera l’identità occidentale, europea e nazionale una eredità negativa da rimuovere e cancellare. Vuole una Chiesa dalla identità totalmente destinata ad essere una sorta di capofila di una internazionale religiosa capace di dare voce e rappresentanza alle masse più povere e proletarie dei continenti per secoli vittime dell’imperialismo capitalista dell’Occidente.

Don Sturzo, quindi, non ha nulla in comune con Papa Francesco. Chi pensa il contrario o s’inganna o vuole ingannare!