È l’Ue la posta in palio tra Italia e Francia | Arturo Diaconale

14 Giugno 2018
diaconale-editoriale-1280x855.jpg

Quando Matteo ha scritto nel suo Vangelo che “oportet ut scandala eveniant” non poteva certamente immaginare che dopo duemila anni la sua frase sarebbe diventata la citazione più adatta a definire la guerra di parole scoppiata tra Francia e Italia sulla vicenda della “Aquarius” e del suo carico di migranti.

Lo scandalo degli insulti di Emmanuel Macron e dei suoi collaboratori al governo italiano e la crisi diplomatica con cui Roma ha replicato alle offese è assolutamente necessario. Perché solleva un problema che non è quello dell’“Aquarius” e neppure quello della politica nei confronti dei migranti dei diversi governi dei Paesi cugini, ma quello molto più grande e grave del rapporto complessivo tra Italia e Francia formalmente alleate in maniera indissolubile all’interno dell’Unione europea ma di fatto in competizione inconciliabile nel bacino mediterraneo.

Questa contraddizione ha una lunga storia alle spalle. Per la semplice ragione che i due Paesi europei hanno interessi assolutamente divergenti nei confronti della sponda meridionale di un mare che ognuno dei due considera di propria pertinenza.

È inutile rifare la storia di questa contraddizione. Basta partire dai primi decenni del secondo dopoguerra segnati dalla volontà francese di espellere gli italiani dalla vecchia colonia libica e dall’impegno italiano nel foraggiare attraverso l’Eni di Enrico Mattei i movimenti di liberazione nazionale antifrancesi algerini e tunisini, dalla competizione a chi si ingraziava maggiormente il dittatore Gheddafi fino alla guerra al colonnello lanciata da Nicolas Sarkozy per liberarsi una volta per tutte degli interessi petroliferi italiani e avallata con rabbia e malavoglia da Silvio Berlusconi per non rompere il bene superiore della solidarietà atlantica ed europea.

Adesso tutti questi nodi sono giunti al pettine. Ed è arrivato il momento di scioglierli affrontando il problema se i due Paesi possano continuare a fingere di essere alleati in Europa insistendo e aumentando la loro conflittualità in Libia e nell’intera Africa settentrionale.

La logica vorrebbe che la solidarietà europea imponesse la conciliazione degli interessi nel Mediterraneo. Ma se questa logica non viene rispettata da parte dell’Eliseo a saltare non è la parentela conflittuale tra Francia e Italia ma la stessa ragione d’essere della Ue.