Fratelli d’Italia e la necessità della terza destra | Arturo Diaconale

22 Febbraio 2019
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Con la solita franchezza da imprenditore imprestato alla politica Guido Crosetto ha esposto con chiarezza che la strategia di Fratelli d’Italia punta a trasformare il partito nella “seconda gamba” del centro destra occupando lo spazio politico  progressivamente lasciato da Forza Italia. A dare corpo alla linea indicata da Crosetto ci sono i risultati ottenuti da Fratelli d’Italia in Abruzzo dove il partito, trainato dalla candidatura a Presidente della Regione del proprio esponente Marco Marsilio, ha conquistato più di tre punti e mezzo dei sette perduti da Forza Italia rispetto alle precedenti elezioni. Ma c’è, soprattutto, la considerazione dello stesso politico-imprenditore che mentre Fratelli d’Italia agli occhi dell’opinione pubblica del centro destra appare in ascesa perché guidata da una giovane donna come Giorgia Meloni, Forza Italia viene percepita come un partito in fatale declino in quanto guidato da Silvio Berlusconi che, con i suoi 82 anni, non può anagraficamente offrire alcuna prospettiva per il futuro.

Per chi ha creduto nella leadership del Cavaliere il ragionamento di Crosetto, che pure ha manifestato stima ed amicizia per il fondatore di Forza Italia, può apparire brutale. Ma, al netto di una franchezza così urticante, non si può non riconoscere che sul piano della contrapposizione anagrafica il confronto tra l’immagine della giovane Meloni rampante e quella dell’anziano leader calante non può non colpire l’immaginazione degli elettori moderati. Tanto più che come risposta a questa strategia d’attacco e di conquista Forza Italia ha adottato la linea del quadrato attorno al leader (“io sto con Berlusconi”) rinunciando a qualsiasi altra argomentazione politica al di fuori della fedeltà “perinde ac cadaver”.

In realtà, però, a rappresentare un ostacolo oggettivo al progetto strategico di Fratelli d’Italia c’è proprio quell’argomentazione politica a cui Forza Italia rinuncia per puntare ancora una volta solo ed esclusivamente sull’impegno e sul sacrificio del proprio leader. La destra sovranista di Fratelli d’Italia può costituire una alternativa alla destra populista della Lega ma , anche se Giorgia Meloni tenta di aprire a conservatori di diverso genere e può raccogliere un po’ di forzisti in fuga, non può coprire l’intero spazio politico un tempo occupato dal partito di Silvio Berlusconi, quello che ai tempi di Pinuccio Tatarella era stato definito dell’”oltre il Polo” e che è rappresentato da una destra liberale, popolare, laica, riformatrice e radicalmente antistatalista.

Le gambe del nuovo centro destra, dunque, non possono essere solo due. Perché altrimenti la coalizione non sarebbe mai maggioritaria. Debbono essere necessariamente di più. E mentre Forza Italia si consuma nell’ultimo quadrato è indispensabile aggregare una terza e più larga destra che vada a coprire lo spazio he questo partito lascia progressivamente vuoto.