La guerra senza prigionieri della sinistra | Arturo Diaconale

6 Dicembre 2017
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Desta molta perplessità l’appello lanciato dal sindaco di Milano, Giuseppe Sala, al dialogo tra Matteo Renzi, Giuliano Pisapia e Pietro Grasso per un accordo teso a ricompattare la sinistra e a scongiurare l’eventualità di una grave e dolorosa sconfitta elettorale.

La perplessità riguarda l’evidente scarsa conoscenza o interpretazione sbagliata dell’attuale legge elettorale da parte del sindaco Sala. Il cosiddetto “Rosatellum bis”, infatti, prevede le coalizioni nei collegi uninominali come il vecchio “Mattarellum” ma esclude, a differenza del sistema elettorale del passato, la possibilità di accordi di desistenza tra le diverse forze politiche.
Sulla carta esiste la possibilità che Partito Democratico, Campo Progressista e Liberi e Uguali possano dare vita a una coalizione in grado di riunire i tanti pezzi della sinistra. Sala non sbaglia, quindi, quando si augura una eventualità del genere. Ma il sindaco di Milano dovrebbe sapere che, trasportando la speranza sul terreno della realtà, ogni ipotesi di intesa tra Renzi, Pisapia e Grasso è destinata non solo a fallire ma addirittura ad essere scartata in partenza. Può essere che il Campo Progressista, la cui consistenza elettorale è tutta da verificare, si possa alleare con il Pd. Ma è assolutamente impossibile che il partito di Renzi possa stipulare un qualsiasi accordo elettorale con Liberi e Uguali. Tra le due formazioni politiche non c’è solo una legittima concorrenza a conquistare l’egemonia della sinistra, ma c’è una lotta all’ultimo sangue per la sopravvivenza. Il segretario del Pd ha fortemente voluto il nuovo sistema elettorale per distruggere i suoi nemici artefici della scissione. E allo scopo ha preteso che nella legge non fosse previsto quel voto disgiunto che con il Matarellum aveva permesso quella desistenza che consentiva una sorta di coesistenza tra partiti vicini ma concorrenti. Grasso punta a strappare il maggior numero di voti a Renzi per sperare di guidare una riconquista del Pd ai danni dell’“usurpatore”. E per questo motivo, come ha spiegato Roberto Speranza, dovrà presentare candidati in tutti i collegi uninominali sapendo benissimo che nessuno di loro potrà risultare vincitore ma con l’obiettivo di raccogliere il massimo dei consensi da far scattare sulla quota proporzionale.
Sala, quindi, ha salvato la faccia e la coscienza lanciando l’appello all’unione. Ma non si stupisca se invece dell’unità a sinistra ci sarà una guerra in cui non si faranno prigionieri!