Non è solo un problema di coerenza politica e personale quello sollevato dall’annuncio di Luigi Di Maio che l’M5S voterà per mandare a processo Matteo Salvini sulla vicenda della nave Gregoretti dopo aver votato contro una analoga richiesta della magistratura per il caso della nave Diciotti. Naturalmente la vicenda mette in luce la concezione strumentale della giustizia del capo politico del movimento grillino. Ma sapere che per Di Maio la giustizia si applica a secondo delle convenienze non è una novità. Da sempre si sa che per il Movimento ed i suoi esponenti la giustizia si applica nei confronti dei nemici e si interpreta nei confronti degli amici. E quindi non stupisce affatto che Di Maio, dopo aver salvato Salvini quando il leader della Lega era suo alleato di governo, lo voglia colpire con la minaccia di un processo per reati che prevedono la galera ora che lo stesso Salvini è il leader dell’opposizione. Ciò che non stupisce ma preoccupa è che l’uso politicamente strumentale della giustizia trasforma il nostro paese da stato di diritto a repubblica sudamericana dove la legge è totalmente piegata agli interessi ed alle utilità delle forze politiche al potere. Non è di consolazione il fatto che una deriva del genere sia in atto anche negli Stati Uniti dove la maggioranza democratica della Camera vota a favore dell’Impeachment del Presidente per abuso di potere nella speranza di poter stroncare per via giudiziaria la corsa di Trump verso il rinnovo del mandato presidenziale. Semmai la vicenda americana indica che l’infezione giustizialista in atto nel nostro paese da alcuni decenni abbia infettato anche gli Stati Uniti e sia diventata l’ultima e disperata arma con cui le sinistre nazionali ed internazionali cercano di sopravvivere alla morte delle loro idee e dei loro progetti per la società del futuro.
Ma mentre in Usa il giustizialismo è agli esordi, nel nostro paese è in una fase tragicamente matura. Basta che un pezzo di magistratura ideologizzata sia in sintonia con una maggioranza parlamentare di stampo giustizialista per minacciare la galera al leader dell’opposizione facendo saltare qualsiasi regola democratica e trasformando la giustizia in strumento di arbitrio e sopraffazione.
Il Presidente della Repubblica, che auspica più dialogo e meno scontro nella politica, non ha nulla da dire in proposito?