Il ceto mediatico servo-padrone della sinistra | Arturo Diaconale

7 Agosto 2019
diaconale28febbraio2019.jpg

Il dramma della sinistra è di essere vittima e succube di quel ceto mediatico che si raccoglie attorno ai grandi giornali ed ad alle principali reti televisive e che la stessa sinistra ha allevato, istruito, favorito e trasformato in casta elitaria chiusa ad ogni fattore di novità della società italiana.

Questo dramma non è nuovo. Si può dire che dalla morte di Enrico Berlinguer in poi la guida del popolo di sinistra si è spostata dal gruppo dirigente del Pci al ceto mediatico privilegiato. Negli anni Novanta il fenomeno si è arricchito del circo mediatico-giudiziario che ha consentito la cosiddetta rivoluzione di “Mani Pulite”. Cioè del rafforzamento del ruolo di guida dei media politicamente schierati che non si sono più limitati a sostituire il gruppo dirigente della sinistra in genere e del Pci in particolare, ma hanno aggiunto al novero dei loro seguaci anche una larga fetta della magistratura. Non è forse vero che in questo periodo l’obbiettivo principale di ogni Pm impegnato nelle inchieste tese a fare pulizia nel mondo politico è stato di avere il può largo consenso popolare attraverso il totale appoggio dei media?

Nel ventennio berlusconiano il ruolo del ceto mediatico messo in piedi dalla sinistra e divenuto suo “padrone” è diventato ancora più marcato. Anche perché l’assenza di una visione innovativa della società da parte della sinistra è stata supplita dalle campagne di odio e denigrazione portate avanti con la massima spregiudicatezza ed intolleranza lanciate a getto continuo contro il nemico comune dagli intellettuali, dai giornalisti e dai loro interessati finanziatori facenti parte di quella che nel frattempo si era trasformata in casta carica di privilegi e di potere.

Questo meccanismo ha retto fino a quando la rivolta popolare e populista, iniziata con l’elezione di Donald Trump negli Stati Uniti, non si è estesa anche in Europa ed ha segnato profondamente anche il nostro Paese. Ora il ruolo dominante sulla sinistra del ceto mediatico privilegiato è venuto completamente alla luce. Il Pd ed il resto del fronte politico progressista affonda nella propria crisi di idee e si affida totalmente ai propri media di riferimento. Questi ultimi, però, che per tanti anni sono stati in sintonia con la parte progressista dell’opinione pubblica, adesso che questa parte progressista si è invecchiata ed ha perso ogni forma di vigore, risulta totalmente scissa dalla realtà. Sempre più chiusa nei propri privilegi e sempre più autoreferenziale, interpreta i fermenti più profondi della società con gli schemi logori della propria vetusta egemonia culturale. E condanna la sinistra a non rinunciare a quella identità elitaria che la sta portando ad isolarsi sempre di più rispetto al comune sentire del popolo italiano e ad avvoltolarsi tragicamente drammaticamente nella propria crisi.

La faccenda non dispiace affatto. Anche al tramonto della sinistra e dei suoi padroni mediatici seguirà fatalmente un’alba diversa. Come dare corpo e sostanza a questa diversità è la vera sfida per il futuro!