Il dito e la luna del Procuratore di Milano | Arturo Diaconale

21 Giugno 2019
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Il Procuratore di Milano, Francesco Greco, ha deciso di seguire l’esempio dell’antico vescovo della città lombarda, Ambrogio. Come quest’ultimo, successivamente divenuto santo, che aveva bollato Roma come la “sentina” di tutti i mali e le nefandezze, ha denunciato come madre di tutte le nequizie della magistratura i riti e le abitudini di quelle toghe che sono entrate nel Csm e hanno immediatamente acquisito i vizi di chi vive negli alberghi e nelle retrovie della burocrazia romana.

Come Ambrogio ai suoi tempi, però, anche Greco scambia il dito per la luna non rendendosi conto che la causa di tutto ciò che sconcerta i magistrati lontano dalla Capitale perversa non sono le condizioni ambientali della città del potere politico e della conseguente “Dolce Vita”, ma sono la forma e la struttura del potere stesso.

Così come Ambrogio avrebbe dovuto prendersela con la struttura verticistica, oligarchica, autoritaria della Chiesa invece che con le conseguenze fisiologiche di strutture del genere, Greco dovrebbe lanciare i suoi strali non nei confronti di chi scopre in età avanzata quanto possa essere piacevole vivere negli alberghi nel lusso e nei privilegi lontano dalle famiglie e dalle cittadine d’origine, ma contro il sistema di potere correntizio creatosi negli ultimi decenni nella magistratura.

Ambrogio, che era diventato vescovo di Milano sulla base delle regole della struttura verticistica della Chiesa, se la prese con il perverso ponentino romano per non diventare un Lutero ante-litteram e finire nel girone dannato degli eretici. Greco segue la stessa strada per evitare un percorso che lo condurrebbe inevitabilmente in rotta di collisione con un sistema di cui è stato ed è parte integrante. Il Procuratore di Milano, infatti, non è uno sprovveduto che scopre oggi i guasti ed i difetti di un Csm divenuto, grazie al correntismo esasperato, la copia conforme dei palazzi della politica. È un magistrato esperto, capace e navigato che, pur essendo rimasto fuori dal gioco dei gruppi organizzati presenti nella magistratura, non può aver ignorato in tutti i suoi anni di esperienza di Procuratore di Milano i meccanismi che erano stati costruiti e che venivano utilizzati dalle correnti.

Prendersela con il dito evitando di attaccare la luna è dunque comodo. Ambrogio è diventato santo. Greco, per il momento, solo beato!