Il gioco della crisi che non si apre mai | Arturo Diaconale

5 Agosto 2019
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Si accettano scommesse sulla tenuta del Governo in occasione del voto del Senato sul Decreto sicurezza bis. Il rischio di defezioni da parte dei dissidenti del Movimento Cinque Stelle è inesistente. Se mai si profilasse l’eventualità di una carenza di voti per l’Esecutivo, ci sarebbero sempre alcuni “responsabili” nascosti tra i partiti d’opposizione. Magari attraverso una assenza strategica dall’aula per far scendere il quorum e mettere in sicurezza la compagine governativa.

Insomma, tutto lascia prevedere che il gioco delle polemiche reciproche tra Lega e Cinque Stelle con annesse minacce di crisi destinate sempre a dissolversi, si ripeterà da metà settembre in poi. Ed andrà avanti non solo fino a quando Matteo Salvini continuerà ad incassare consensi tenendo in piedi un governo in cui svolge il ruolo di vero oppositore, ma anche fino a quando i grillini non si renderanno conto che in questo modo si stanno scavando la fossa e la crisi delle opposizioni, Forza Italia e Partito Democratico, non avrà trovato una qualche risoluzione.

Quest’ultimo aspetto sembra marginale per la sorte del Governo ma, in realtà, è tra quelli decisivi. La crisi del Pd, lacerato dal conflitto tra l’area zingarettiana e quella renziana, e quella di Forza Italia, sconquassata dalle lotte intestine di un gruppo dirigente allo sbando, costituiscono la garanzia che le elezioni anticipate non si terranno a tempi brevi. Nessun parlamentare di questi due partiti vuole tagliare il ramo su cui siede prima di avere una qualche certezza sul proprio futuro. E questo consente a Salvini di allungare a piacimento i tempi di una crisi che potrà aprirsi solo nel momento di massima convenienza per il leader leghista.

Più che guardare alle esibizioni danzanti del ministro dell’Interno e fare del moralismo d’accatto ricordando che Aldo Moro andava in spiaggia in doppiopetto e cravatta, bisogna prestare la massima attenzione all’evoluzione delle crisi interne del Pd e di Forza Italia. Da questa evoluzione si saprà se il Paese potrà contare in futuro su una opposizione seria ed autorevole o se è invece condannato a tenersi sul groppone il regime giallo-verde degli inadeguati.