Il partito del “si salvi chi può” | Arturo Diaconale

19 Luglio 2019
diaconale19luglio2019.jpg

I separati in casa della Lega e del Movimento Cinque Stelle continuano a picchiarsi di santa ragione ma spiegano che non possono dividere i loro destini perché non saprebbero dove andare. I grillini escludono qualsiasi alleanza con il Partito Democratico e la Lega fa altrettanto con il ritorno all’alleanza con Silvio Berlusconi.

A queste affermazioni, però, nessuno fa alcun affidamento. Per la semplice ragione che tutti sanno come di fronte ad una sempre più probabile crisi di governo scatterebbe nel Parlamento un meccanismo di autodifesa della propria poltrona che potrebbe rendere possibile qualsiasi papocchio politico in grado di impedire la fine anticipata della legislatura ed elezioni anticipate destinate a mandare sul lastrico più della metà degli attuali parlamentari.

L’argomento può sembrare marginale ed anche poco consono a quella sacralità delle assemblee legislative a cui fanno spesso riferimento il Presidente della Camera Roberto Fico ed il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte. Ma se si escludono i deputati ed i senatori della Lega e di Fratelli d’Italia, i due partiti in ascesa rispetto alle passate elezioni, consapevoli di poter contare su una sicura ricandidatura ed una ancora più certa rielezione, tutti gli altri non scommetterebbe cinquanta centesimi sul loro eventuale ritorno a Palazzo Madama ed a Montecitorio.

In questa condizione ci sono sicuramente i deputati ed i senatori del Movimento Cinque Stelle, che formano un esercito di precari a cui le condizioni politiche favorevoli della precedente tornata elettorale hanno assicurato un lavoro ed uno stipendio sicuro. Costoro, certi che in caso di ritorno alle urne saranno decimati dai propri elettori in costante riduzione, sarebbero disponibili a qualsiasi pastrocchio pur di non perdere prima del tempo la fortuna loro capitata. E lo stesso vale per una parte dei parlamentari del Pd, scelti dal precedente segretario Matteo Renzi e fin troppo sicuri di non venire ripresentati dall’attuale segretario Nicola Zingaretti. Oltre che per una larghissima fetta di quelli di Forza Italia, ben coscienti di vivere il tramonto del proprio partito.

In Parlamento, in sostanza, ci sono le condizioni per la formazione del partito del “si salvi chi può” pronto a tutto pur di non tornare a casa in anticipo. I vecchi marpioni dell’ex Pci e dell’ex sinistra democristiana lo sanno bene. Per cui faranno di tutto pur di cavalcarne le paure ai propri fini!