La fiducia dovuta e quella guadagnata | Arturo Diaconale

6 Marzo 2020
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Non può essere un “dovere” la fiducia che il paese deve nutrire nei confronti degli atti che il governo ed i suoi tecnici compiono nel fronteggiare l’emergenza del coronavirus. Con tutto il rispetto che si deve al Presidente della Repubblica, il suo appello alla necessità che gli italiani diano una prova di unità e compattezza di fronte alla epidemia in atto, non può essere interpretato come un invito a non mettere in discussione la linea seguita dal governo per non compromettere l’interesse nazionale.

Nel suo ruolo di Capo dello Stato Sergio Mattarella rappresenta l’unità della nazione. E non solo è giusto ma addirittura sacrosanto che il massimo rappresentante degli italiani faccia sentire la propria voce e lanci un messaggio in favore della solidarietà e della compattezza della società nazionale in una fase così difficile e travagliata come quella attuale.

Ma il “dovere alla fiducia” non significa stabilire che questo dovere sia obbligatoriamente dovuto da parte dei cittadini nei confronti dell’attuale esecutivo e non debba essere da quest’ultimo adeguatamente meritato. Chi interpreta le parole del Presidente della Repubblica come un richiamo a “non disturbare il conducente” travisa il significato del messaggio del Quirinale e giustifica la necessità che al “dovere della fiducia” si contrapponga il “dovere del controllo critico” per impedire che il “conducente” si possa sentire dotato del potere dell’infallibilità e finisca con l’indirizzare il paese in un qualche dirupo rovinoso.

Nessuno discute la necessità di osservare e rispettare le misure straordinarie che il governo ha preso e potrà continuare a prendere nel prossimo futuro. Ma è proprio la consapevolezza della eccezionalità di queste misure destinate ad incidere profondamente sulla vita dei cittadini, che impone di mantenere sempre e comunque il dovere del controllo critico. Naturalmente senza forzature esagitate e nel totale rispetto delle regole imposte dalla democrazia liberale.

Ma la fiducia non può essere dovuta. Va guadagnata!