La pretesa offensiva di Toninelli | Arturo Diaconale

31 Ottobre 2018
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Prendersela con il ministro Danilo Toninelli è come sparare sulla Croce Rossa. Ma non se ne può fare a meno. Perché nel momento in cui l’esponente grillino comunica che troverà un accordo con il governo francese per bloccare la Tav seguendo l’indicazione votata dal Consiglio comunale di Torino, si deve prendere atto che non esiste una alternativa possibile alla contestazione di un personaggio del genere. Quest’ultimo non può essere considerato un Tontinelli qualsiasi incapace di capire che il governo francese, neppure se fosse pienamente convinto della inutilità dell’opera, farebbe mai un piacere del genere alla componente più populista del governo italiano. Il nostro uomo va contestato non solo e non tanto per la sua incapacità ma per la pretesa, assolutamente insopportabile, di poter prendere per i fondelli i propri elettori e tutti i cittadini italiani nella convinzione di avere a che fare con un popolo di beoti.

Non ci vuole una particolare competenza nelle questioni politiche nel sapere che il Movimento 5 Stelle, Luigi Di Maio ed il ministro Danilo Toninelli rilanciano oggi il loro “No” alla Tav per mettere la sordina a quella accettazione della Tap che tante polemiche ha sollevato nella base grillina del Salento. I dirigenti del partito controllato da Davide Casaleggio sanno benissimo che i lavori della Tav sono andati troppo avanti per essere interrotti senza conseguenze salate. Ma hanno bisogno di raccontare la panzana di poter concordare con Emmanuel Macron la chiusura del traforo per poter lisciare il pelo ad una base grillina turbata per la scoperta che le promesse elettorali eccessive non saranno comunque mantenute.

Immaginare che una parte degli elettori grillini possa bere la panzana è legittimo. Pretendere di propinarla senza reazioni all’intero corpo elettorale del Paese è però tanto stupido quanto offensivo. Accà nisciuno è fesso, come può ben comprendere Giggino Di Maio!