L’acqua calda dei finti ingenui | Arturo Diaconale

5 Ottobre 2018
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I finti ingenui scoprono che a primavera ci saranno le elezioni europee. E che la manovra finanziaria predisposta dal Governo giallo-verde è in realtà una manovra elettorale che non fa gli interessi degli italiani ma solo dei due partiti al potere.

Gli stessi finti ingenui non avevano rilevato come i famosi 80 euro elargiti a piene mani da Matteo Renzi anticipassero le precedenti elezioni europee. E si erano tranquillamente dimenticati di sottolineare come l’elargizione renziana fosse diretta non a soddisfare l’interesse degli italiani ma a far conquistare al proprio partito (come del resto accadde) più del quaranta per cento del consenso gli italiani.

Santa ingenuità! Le manovre finanziarie nelle democrazie parlamentari sono sempre condizionate dagli interessi dei partiti di governo. E questo, a dispetto di quanto possano sostenere i doppiopesisti della sinistra in disarmo, non sempre è in contrasto con gli interessi generali. In democrazia le scelte di governo debbono tenere debitamente in conto le esigenze, le richieste, le necessità delle diverse fasce della società. Ed è facilmente comprensibile, anche per chi si rifiuta di comprenderlo, che gli 80 euro di Renzi erano un modo per andare incontro ai disagi delle fasce popolari colpite dalla crisi e che i miliardi investiti in reddito di cittadinanza ed in revisione della Legge Fornero sono diretti a lenire le difficoltà nel frattempo aumentate dei ceti più poveri ed a riparare i guasti sociali provocati dal governo tecnico di Mario Monti.

In apparenza sembra che i finti ingenui preferiscano la fredda logica dei governi tecnici alle esigenze elettoralistiche dei governi politici. Ma in realtà non è così. Le loro motivazioni più profonde sono sempre e solo politiche. Non a caso giustificarono gli 80 euro e condannano le elargizioni odierne. Il loro vero obbiettivo è sempre e solo riportare la sinistra al governo. Con ogni mezzo e con ogni meccanismo. Anche quello della riesumazione del vecchio fronte popolare come ha suggerito il padre nobile del Partito Democratico, Romano Prodi, ipotizzando per le elezioni europee la formazione di uno schieramento antipopulista che vada da Tsipras a Macron. Schieramento che una volta tornato al governo dell’Europa e dell’Italia non dovrebbe far altro che varare nuove e più significative manovre elettoralistiche. Come nel passato!