Il caso della Regione Lazio costituisce un’anomalia che merita di essere approfondita. Innanzitutto perché riguarda contemporaneamente i tre poli del panorama politico nazionale, cioè il centrodestra, il centrosinistra e il Movimento Cinque Stelle. Successivamente perché può costituire un utile test per capire i possibili sviluppi delle future vicende nazionali.
Per il centrodestra il caso Lazio è una conferma della disorganizzazione sul territorio che caratterizza le diverse formazioni della coalizione. Se ci fosse stata una qualche organizzazione non sarebbe mai comparsa la candidatura autonoma del sindaco di Amatrice, Sergio Pirozzi, un candidato unitario sarebbe stato concordato in tempo utile e non all’ultimo istante e l’area moderata avrebbe potuto ragionevolmente sperare di cogliere l’onda positiva nazionale per strappare al Partito Democratico la guida della Pisana. Dietro questa analisi si nascondono, ovviamente, diverse considerazioni particolari, prima fra tutte quella che la candidatura di Pirozzi è un segno delle fratture mai cicatrizzate tra le passate componenti del vecchio Msi. Ma nel complesso la concreta possibilità di una sconfitta è la conseguenza di un mancato radicamento in alcune province e, soprattutto a Roma, da parte di una classe politica che se vuole ritornare a vincere nella Capitale e nella sua regione deve rinnovarsi profondamente.
Diverso il caso del centrosinistra, che in aperta controtendenza rispetto alla linea nazionale del Pd, nel Lazio stipula una alleanza con la sinistra radicale antirenziana che, se dovesse consentire al Governatore Nicola Zingaretti di essere riconfermato, avrebbe come risultato di trasformare lo stesso Zingaretti nella vera alternativa politica all’attuale segretario del Pd. Nessuno dubita che in futuro la sinistra del Pd e quella radicale possano ricompattarsi. Ma è ovvio che il fenomeno potrebbe verificarsi solo dopo una fuoriuscita di Renzi dalla segreteria. E scoprire che nel Lazio il segretario del Pd favorisce le prove generali della sua defenestrazione appare un segno chiaro della confusione esistente nel campo progressista.
La conseguenza diretta della disorganizzazione del centrodestra e della confusione in casa Pd è la tenuta e la crescita del Movimento Cinque Stelle nel Lazio. Evidentemente i difetti dei due poli bilanciano ampiamente i disastri dell’amministrazione grillina di Roma. Ciò non è solo la spiegazione del vento positivo per i grillini ma anche la dimostrazione che i problemi del centrodestra e del centrosinistra laziali e romani sono decisamente pesanti.