L’ex Premier Paolo Gentiloni auspica che sul Global Compact si possa creare in Parlamento un asse Pd-M5S in grado di prefigurare plasticamente la nuova maggioranza che dovrebbe sostituire quella esistente fondata sul contratto di governo tra Movimento Cinque Stelle e Lega.
L’auspicio di Gentiloni costituisce la vera piattaforma programmatica del futuro congresso del Partito Democratico, quella piattaforma che fino ad ora era stata nascosta dal profluvio di candidature alla segreteria che sembrava indirizzare la discussione sui nomi e non sulle idee.
Gentiloni, invece, pone al centro del dibattito congressuale il tema dell’accordo tra Pd e Movimento Cinque Stelle nella convinzione che il partito fondato da Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio sia in realtà una costola della sinistra e che l’unico modo per far uscire il Paese dalla fase del sovranismo a guida leghista sia quella della riunificazione delle sinistre vecchie e nuove sotto la guida del Partito Democratico.
Se questo è il tema del prossimo congresso del Pd è facile prevedere che la partita non sarà più sui nomi ma si concentrerà solo ed esclusivamente sul dilemma se puntare o meno all’alleanza con i pentastellati. Un dilemma che non riguarda la bagattella politicamente corretta del Global Compact, ma che diventa centrale e decisivo per la sorte stessa del Pd.
Sulla scelta pro o contro l’intesa con il Movimento Cinque Stelle il partito, che avrebbe dovuto fondere armonicamente l’esperienza del Pci e quella della sinistra democristiana, rischia una nuova e più profonda e dolorosa spaccatura. Chi pensa che i grillini siano una costola della sinistra vuole ad ogni costo condurre il Pd a realizzare una sorta di rivisitazione del vecchio fronte popolare insieme con Roberto Fico e Alessandro Di Battista (Luigi Di Maio viene considerato ormai bollito). Ma chi la vede in maniera opposta e teme che l’abbraccio con il Movimento Cinque Stelle sia destinato ad uccidere definitivamente la sinistra riformista non può accettare in ogni caso la prospettiva di venire tragicamente grillizzato.
È possibile che l’auspicio di Gentiloni diventi il nodo centrale delle primarie e del congresso del Pd. Nel caso prepariamoci ad assistere ad una nuova ed ultima scissione!