Luigi Di Maio è rimasto molto colpito dall’analisi di Antonio Polito secondo cui il centrodestra è un fantasma che vince ma non esiste.
È facile comprendere l’entusiasmo del capo politico del Movimento Cinque Stelle per la riflessione del commentatore del Corriere della Sera. Quando c’è da consolarsi per l’ennesima sconfitta elettorale Di Maio si aggrappa a qualsiasi argomento, dal sistema elettorale regionale che penalizzerebbe i grillini alla negazione dell’esistenza di una coalizione di centrodestra che vince sistematicamente nelle elezioni amministrative manifestando una concretezza che ossessiona i suoi avversari fino al punto di far vedere loro i fantasmi.
Per Di Maio, dunque, quella di Polito è solo una tesi consolatoria. Ma non è solo per l’esponente grillino che scatta la consolazione. È l’intera sinistra che, invece di piangere sulle sue condizioni di blocco sociale frantumato e privo di idee al passo con i tempi, si rifiuta di prendere atto di un centrodestra che rimane blocco sociale ma che cambia il suo assetto politico in base alle esigenze della società italiana.
Polito ha ragione quando stabilisce che il vecchio centrodestra non esiste più. Al posto dello schieramento che aveva in Silvio Berlusconi il leader incontrastato e nel Pdl la forza trainante, esiste uno schieramento in cui il ruolo del Cavaliere è stato preso da Matteo Salvini e quello del Pdl dalla Lega non più localista ma nazionale e populista. Ma la trasformazione dell’assetto politico interno non ha modificato di una virgola quella del blocco sociale di riferimento. Al contrario, questo blocco non solo si è consolidato di fronte ad una crisi da cui la sinistra non sa come uscire ed i Cinque Stelle tendono ad aggravare con le loro forsennatezze ideologiche, ma si è addirittura allargato a quelle fasce sociali operaie ed a quei ceti meno abbienti ormai convinti che senza lavoro, produzione e sviluppo si perde il benessere dei decenni passati.
Salvini è riuscito ad interpretare le istanze di gran parte di questo blocco sociale. Tuttavia esistono altre componenti espressione di settori specifici della società italiana che hanno altri riferimenti politici (da Forza Italia a Fratelli d’Italia fino al variegato mondo liberale, riformista e popolare), ma che sono indispensabili per dare corpo e peso alla vocazione maggioritaria di questo schieramento. Il centrodestra, in sostanza, è cambiato ma esiste e si presenta come l’unica alternativa possibile all’attuale Governo giallo-verde.
Chi pensa che Lega e M5S potrebbero cambiare il patto in alleanza ed andare insieme alle elezioni politiche sa bene che si tratta di una ipotesi irrealizzabile. Insieme i due partiti perderebbero ciascuno la metà dei propri voti. In politica due più due spesso fa uno e mezzo!