Le due liste e lo scampato pericolo | Arturo Diaconale
ANSA/Alessandro Di Meo

29 Maggio 2018
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La lettura dei tecnici scelti da Carlo Cottarelli per il suo governo di transizione verso le elezioni anticipate suscita l’impressione di un brusco ritorno al passato. In particolare al governo di Mario Monti e ai suoi tecnici chiamati a salvare le finanze dello Stato dopo essere stati per decenni corresponsabili del loro disastro.

Non solleva speranze o aspettative di sorta questa lettura. Solo la presa d’atto della gravissima condizione in cui si trova il Paese e la consapevolezza che a risollevarne le sorti non servirà Cottarelli e la sua schiera di vecchie glorie.

Anche se isolato, però, dalla lettura emerge un piccolo fattore di conforto. Basta procedere al confronto sinottico della lista dei ministri di Cottarelli con quella dei mancati ministri del governo giallo-verde mai nato per tirare un sospiro di sollievo.

I nomi di Cottarelli non alimentano speranze di sorta. Quelli di Giuseppe Conte fanno pensare di averla scampata bella. Un combinato disposto di tante incompetenze non si era mai visto nella storia non solo della Repubblica ma dell’intero Stato unitario. E se le vecchie glorie fanno pensare alla paralisi, gli incompetenti al potere non possono far pensare che al disastro.

La quota-incompetenza non era distribuita equamente tra Lega e Movimento 5 Stelle. Era tutta a carico del movimento grillino che aveva piazzato nelle caselle ministeriali di propria competenza una delle più incredibili bande di allegri inadeguati mai viste nella vicenda pubblica del nostro Paese.

Chi dice che gli inadeguati andavano messi alla prova perché solo in questo modo la società italiana si sarebbe vaccinata dal populismo demagogico di Luigi Di Maio, Alessandro Di Battista, Beppe Grillo e Davide Casaleggio non calcola i rischi connessi a questo tipo di vaccino politico. Il regime fascista durato vent’anni è stata la conseguenza della scelta della classe dirigente liberale di mettere alla prova le camicie nere nella certezza del loro fallimento.

Quella lezione non va dimenticata. Per questo c’è un pizzico di consolazione nel confronto tra la lista di Cottarelli e quella di Conte. Non perché i tecnici diano speranze, ma solo ed esclusivamente per lo scampato pericolo!