Le elezioni e la schizofrenia grillina | Arturo Diaconale
ANSA/Angelo Carconi

8 Maggio 2018
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È destinato a nascere morto il governo che il Presidente della Repubblica si accinge a varare dopo aver verificato che non esiste alcuna possibilità di far partire la legislatura con un governo provvisto di un’ampia maggioranza politica. In realtà il capo dello Stato avrebbe potuto anche verificare l’eventualità che un governo guidato da un esponente del centrodestra potesse ottenere in Parlamento il sostegno di un numero di “responsabili” sufficiente alla sua sopravvivenza. Ma ha deciso di non correre il rischio di ritrovarsi con un governo di centrodestra bocciato dalle Camere e destinato a gestire le elezioni. Così ha scelto di affidare a un Esecutivo neutrale il compito di guidare il Paese nella prossima competizione elettorale.

Naturalmente si potrà discutere sulla neutralità di chi sarà indicato da Mattarella per un incarico così impegnativo. Ed è logico immaginare che chi non ha mai smesso di stare in campagna elettorale non perderà l’occasione, come ha già fatto Alessandro Di Battista definendo “traditori della patria” gli eventuali sostenitori del governo mattarelliano, di contestare la presunta neutralità dell’Esecutivo destinato a ballare al massimo una sola estate.

In apparenza queste polemiche sembrano essere prive di qualsiasi valore. In realtà rappresentano un gravissimo pericolo. Quello di trasformare la campagna elettorale in una campagna di delegittimazione del Presidente della Repubblica.

Mattarella ha goduto fino ad ora del rispetto di tutte le formazioni politiche. Ora, però, questo rispetto corre il rischio di trasformarsi in contestazione. Non solo e non tanto perché alcuni leader temono che nel capo dello Stato possa prevalere la sua natura di democratico di sinistra naturalmente vicino al Pd. Ma soprattutto perché l’impostazione che la prossima campagna elettorale è destinata ad avere è quella di un ballottaggio da sistema presidenziale invece che di un confronto tra partiti di un sistema proporzionale sia pure corretto in minima forma maggioritaria.

Luigi Di Maio si è fatto portatore cosciente e lucido di questa sorta di schizofrenia politica. Quella di chi vuole che il voto serva per l’elezione diretta di un Premier e si rifiuta di accettare che il sistema istituzionale non sia affatto presidenzialista. La sua schizofrenia lo porta automaticamente a delegittimare l’attuale capo dello Stato e ha sostenere la necessità di dare vita ad una Terza Repubblica con i fatti e senza una adeguata riforma istituzionale.

Si può correggere questa schizofrenia che mescola confusamente e irresponsabilmente democrazia diretta e democrazia rappresentativa? Solo in un modo. Sgonfiare la bolla schizofrenica grillina assicurando il 40 per cento al centrodestra e trasformare in costituente la prossima legislatura.