Lo spartito cambiato dentro Forza Italia | Arturo Diaconale

17 Settembre 2018
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Ancora una volta l’intuizione di Silvio Berlusconi ricompatta il centrodestra e rilancia il ruolo di Forza Italia all’interno dello schieramento moderato. A dispetto e sconfessione di quella parte del gruppo dirigente di Fi entrata in modalità opposizione senza prevedere di finire nell’orbita di un Pd in fase sempre più agonica, il Cavaliere ha indirizzato il timone nella direzione opposta rilanciando l’alleanza con la Lega e Fratelli d’Italia in vista delle prossime scadenze elettorali amministrative e del voto europeo della prossima legislatura.

La decisione di Berlusconi non consente solo a Matteo Salvini di poter portare aventi le istanze del centrodestra nella prossima manovra economica con la consapevolezza di poter contare sull’appoggio parlamentare dei suoi alleati storici, ma produce altre e importanti conseguenze a partire dalla soluzione del nodo Rai fino alla preparazione unitaria di elezioni regionali particolarmente significative.

Accanto a questi effetti quasi scontati ce ne sono altri meno apparenti ma altrettanto importanti e significativi. Il primo riguarda il difficile equilibrio interno nel Movimento Cinque Stelle tra i governisti di Luigi Di Maio e gli ortodossi di Roberto Fico e Alessandro Di Battista. La reazione stizzita di questi ultimi al ricompattamento del centrodestra e al rafforzamento parlamentare di Salvini è il segno che gli equilibri pentastellati non sono affatto definiti e che basterebbe una qualche flessione in occasione delle prossime scadenze elettorali per farli esplodere rovinosamente.

Il secondo solleva invece un problema all’interno di Forza Italia dove il gruppo dirigente deve affrettarsi ad allinearsi al proprio leader aprendo comunque un confronto con quell’“area bassa” del partito composta da quadri intermedi, militanti e simpatizzanti che è da sempre in sintonia con Berlusconi ma che viene marginalizzata dall’“area alta” arroccata sulle proprie cariche privilegiate.

Fino ad ora, benché il Cavaliere si sia più volte espresso in favore del rinnovamento della classe dirigente di Forza Italia, l’“area alta” ha evitato accuratamente di aprire qualsiasi tipo di confronto con la base. Ora cambia la musica visto che il direttore d’orchestra ha cambiato lo spartito!