Lega e Movimento Cinque Stelle litigano in vista delle elezioni europee di fine maggio, ma le conseguenze delle loro polemiche non sono destinate a scaricarsi sul Governo ma sui bacini elettorali dei partiti contigui a quelli dei leghisti e dei grillini. La polarizzazione della campagna elettorale, in sostanza, con Lega e Cinque Stelle impegnati a radicalizzare le rispettive posizioni antagoniste, ha come risultato principale quello di mettere Matteo Salvini nelle condizioni di continuare a svuotare il bacino elettorale del resto del centrodestra (di Forza Italia in particolare) e di assicurare a Luigi Di Maio la possibilità di tenere fermi i suffragi strappati lo scorso anno alla sinistra ed oggi tentati dall’idea di un ritorno a casa dopo la svolta progressista del Partito Democratico di Nicola Zingaretti.
Non è un caso che l’apice di questa radicalizzazione sia avvenuta in occasione del convegno sulla famiglia tradizionale svoltosi a Verona. Di fronte alla partecipazione di Salvini all’iniziativa tesa a ribadire la posizione trainante della Lega nel fronte moderato e conservatore, Di Maio ha colto al volo l’occasione per cercare di compiere un’operazione analoga sullo schieramento opposto dimostrando agli elettori di sinistra che il vero campione dell’area progressista non è il Pd ma è solo il Movimento Cinque Stelle.
Solo i risultati elettorali delle Europee diranno se questa strategia, probabilmente niente affatto voluta ma del tutto casuale, premierà i suoi artefici. In attesa, ci sono delle considerazioni che vanno analizzate. In primo luogo quella relativa al danno significativo che il Governo giallo-verde è destinato a subire dal contrasto continuo tra le sue due componenti. La coalizione arriverà al voto spaccata e la divisione, sempre che non inneschi l’esplosione definitiva del quadro politico, avrà bisogno di lungo tempo per essere ricomposta. Con gravi rallentamenti sull’azione di governo proprio nel momento in cui la recessione economica dovrà essere affrontata con la massima capacità e decisione.
In secondo luogo, quella riguardante l’incapacità dei partiti concorrenti di Lega e Cinque Stelle di fronteggiare la radicalizzazione ai loro danni. Forza Italia si affida solo alle capacità salvifiche di Silvio Berlusconi. Il Pd alla storica illusione della sinistra che le piazze piene dei professionisti delle marce con cestini da viaggio assicurati possano garantire il riempimento delle urne. Ma anche i santi possono essere stanchi e le masse dei soliti noti non hanno mai riempito le urne visto che ai seggi non distribuiscono i cestini!