Una Commissione Ue di giudici da ricusare | Arturo Diaconale

24 Ottobre 2018
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La Commissione europea ha dato tre settimane al governo italiano per cambiare la manovra. E ha precisato di puntare sul ministro dell’Economia, Giovanni Tria, per la buona riuscita dell’operazione.

Ormai abituati al dilettantismo governativo dei ministri pentastellati, tutti sembrano considerare del tutto normale il comportamento dei commissari europei. Ma prima di discutere se la manovra sia giusta o sbagliata, una osservazione sul modo con cui i componenti dell’organismo della Ue hanno affrontato il problema posto dal provvedimento economico predisposto dal governo italiano non può non essere fatta. I singoli commissari hanno bocciato la manovra prima ancora che fosse definita e completata. Naturalmente nessuno ignorava che sarebbe stata espansiva e non ispirata all’austerità voluta da Bruxelles. Ma anche la più precisa ed autorevole anticipazione non avrebbe mai dovuto spingere i membri dell’organismo europeo a dichiarare, sempre in maniera perentoria, il loro giudizio totalmente negativo della manovra italiana.

Un giudice che anticipa a mezzo stampa una sentenza merita di essere ricusato. E se nei confronti dei commissari Ue la ricusazione non è prevista, non si può non rilevare come i loro comportamenti siano stati viziati da un pregiudizio profondo ed inaccettabile, segnato non solo dalle valutazioni negative sui contenuti economici del provvedimento ma anche dall’ostilità politica preconcetta nei confronti del Governo italiano caratterizzato da una forte dose di euroscetticismo.

Ora la Commissione del pregiudizio ha deciso di dare un ultimatum di tre settimane all’Italia e di caricare il ministro Tria della responsabilità di operare per convincere i propri colleghi di governo a cambiare il provvedimento entro 21 giorni. Il ché aggiunge anomalie all’anomalia. Perché il termine delle tre settimane è assolutamente arbitrario e perché investire Tria del compito di mediatore in nome e per contro della Commissione significa individuare in anticipo il capro espiatorio su cui scaricare la colpa dello scontato fallimento della mediazione.

I componenti del nostro governo saranno pure dei dilettanti, ma i rappresentanti di Bruxelles sono di sicuro degli esperti in arroganza e presunzione. E questo impedisce di sviluppare in Italia un qualche dibattito sui contenuti della manovra che sarà espansiva con una serie di misure in gran parte sballate.