Una lista per dare voce agli oppressi | Arturo Diaconale

24 Aprile 2015
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L’obiettivo di questo movimento è di verificare se esista tra i cittadini la volontà di trovare nuovi strumenti per rompere la cappa di piombo oppressiva...

L’idea di dare vita ad un movimento per le “Vittime della Giustizia e del Fisco” nasce dall’esperienza del Tribunale Dreyfus, un’associazione fondata da me e da alcuni autorevoli rappresentanti del mondo forense, accademico e giornalistico, per affrontare i temi del malfunzionamento del sistema giudiziario e delle sue pesanti conseguenze sui singoli cittadini e sul quadro economico, politico e culturale del Paese.

Il Tribunale Dreyfus aveva e continua ad avere come obiettivo la necessità di portare avanti una battaglia per una riforma della giustizia ispirata ai principi delle garanzie e delle libertà individuali sancite dalla Costituzione. Nel Paese è ancora attiva l’onda lunga di una cultura giustizialista che ha pensato di trovare una risposta univoca alle disfunzioni del sistema giudiziario in una legislazione sempre più repressiva ed autoritaria. I risultati sono stati fallimentari. I fenomeni della mafia e della corruzione non sono stati debellati. Al contrario, sono addirittura aumentati. E quel che è più grave questi risultati fallimentari, oltre a provocare una sfiducia crescente dell’opinione pubblica nei confronti della magistratura, hanno creato una sorta di cappa di piombo oppressiva sull’intera società italiana che accentua i disagi e le difficoltà provocati dalla crisi e rende sempre più teso ed insostenibile il clima nazionale.

Di qui l’idea di tentare di dare una rappresentanza a questa sfiducia, a queste tensioni, a questi disagi ed alle tante sofferenze prodotte dall’oppressione giudiziaria e fiscale dando vita, al fianco del Tribunale Dreyfus organismo destinato all’approfondimento dei temi ed alla elaborazione delle proposte di soluzione dei problemi, ad un movimento “Vittime della Giustizia e del Fisco” con cui compiere un preciso test politico in occasione delle prossime elezioni regionali.

L’obiettivo di questo movimento è di verificare se, al di fuori delle logiche di appartenenza che alimentano i partiti tradizionali ed in alternativa ai luoghi comuni sulla rappresentatività della società civile, esista tra i cittadini la volontà di trovare nuovi strumenti per rompere la cappa di piombo oppressiva e far valere nella vita pubblica i propri bisogni più stringenti ed i propri interessi più elementari.

Vogliamo dare voce a chi si sente oppresso ed in qualche caso perseguitato. Intanto alle elezioni regionali. In futuro, se il test dovesse risultare positivo, sulla scena politica nazionale.