I giochi libici e la marginalità italiana | Arturo Diaconale

30 Luglio 2019
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All’interno del Governo italiano qualcuno dovrebbe chiedersi se esista una qualche connessione tra le iniziative militari del generale Khalīfa Belqāsim Ḥaftar contro il governo di Tripoli e la ripresa delle partenze dei barconi dei migranti verso le coste italiane. Nessuno è in grado di stabilire che la connessione esista. Ma basta usare un minimo di logica per rilevare come i barconi dei migranti diventino molto spesso degli strumenti di pressione nei confronti del governo italiano e di quelli europei per indurli, sotto il ricatto dell’invasione dei disperati, a frenare Haftar e continuare ad aiutare Fayez al-Sarraj.

Dare per certa questa eventualità, però, non significa aver trovato un rimedio per sfuggire ai giochi dei signori della guerra libici. Anche perché al momento un rimedio non esiste. Sia a causa delle divisioni sempre più marcate tra i partners europei sulla vicenda libica. Con la Francia che continua imperterrita a sostenere gli avversari del governo di Tripoli, anche se come si è visto con l’attacco all’ospedale italiano, il gioco diventa pesante e tende a danneggiare i nostri medici ed i nostri interessi. Sia perché gli interessi nell’area dei Paesi arabi in conflitto tra di loro sconsiglia tassativamente qualsiasi intervento umanitario che verrebbe visto come la ripresa del colonialismo occidentale sulla “quarta sponda”.

Una soluzione, però, dovrebbe essere comunque trovata. Scaricare al-Sarraj e puntare su Ḥaftar come il nuovo Gheddafi? Oppure infischiarsene dei francesi e sostenere con ogni mezzo Tripoli bloccando ogni velleità egemonica del generale?

L’impressione è che il Governo italiano voglia soltanto vivere alla giornata senza assumere nessuna decisione in merito e, anzi, utilizzando i giochini libici in funzione della politica interna del Paese. Se è così non c’è altro che farsene una ragione. Non ci sarà alcuna soluzione alla questione libica fino a quando Donald Trump e Vladimir Putin non avranno concordato come sbrogliare la matassa. Contare poco e non aver un minimo di coraggio porta a questo!