Il matrimonio Pd-M5S sulla pelle della Raggi | Arturo Diaconale

3 Ottobre 2019
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C’è un terzo incomodo nella relazione tra M5S e Pd che secondo il sensale di nozze Dario Franceschini dovrebbe portare i due partiti ad un matrimonio indissolubile.

Questo incomodo si chiama Roma. Perché dem e grillini possono fidanzarsi in Umbria, in Emilia Romagna ed in qualsiasi altra parte d’Italia ma nella Capitale sono duramente e ferocemente conflittuali a causa della sindaca grillina Virginia Raggi.

Questa conflittualità si manifesta anche in maniera fisica. Come ha dimostrato lo scontro tra la polizia ed i dimostranti di fronte alla sede di Roma Metropolitane che ha provocato il ricovero in ospedale del parlamentare e consigliere comunale di Leu Stefano Fassina. Ma ha una ragione politica profondamente radicata e difficilmente eliminabile. La Raggi è diventata sindaca di Roma sull’onda della contestazione grillina di tutte le amministrazioni precedenti del Partito Democratico. Non si è trattato di una contestazione contenuta ma dura, intransigente ed a tratti addirittura feroce. Che ha portato ad una sorta di plebiscito in favore di Virginia Raggi trasformata nel simbolo della ripulsa popolare del Partito Democratico e della sua classe dirigente. A sua volta il Pd, una volta finito all’opposizione, ha ricambiato la furibonda ostilità grillina con una ostilità altrettanto radicale tutta rivolta a dimostrare l’incapacità mostrata dalla Raggi e dal suo partito nel gestire una città complessa e problematica come Roma. È possibile che tanto odio reciproco possa portare al matrimonio anche a livello romano tra Pd e Movimento Cinque Stelle? Il sensale di matrimoni Franceschini può anche sperare di trasformare l’odio in amore. Ma nel frattempo il Pd e Leu, in compagnia di Lega, Fratelli d’Italia e Forza Italia, hanno lanciato contro la giunta asserragliata in Campidoglio una offensiva che potrebbe risultare mortale. Le sinistre alleate con i grillini nel governo nazionale hanno accusato la sindaca Raggi di voler far fallire l’Ama, l’azienda comunale che si occupa della raccolta dell’immondizia romana, per poterla spacchettare e privatizzarla a vantaggio di operatori privati.

Non si tratta di una accusa di poco conto. È l’affondo più duro che si sarebbe mai potuto portare contro l’amministrazione della Raggi. Al punto da far pensare che il matrimonio nazionale tra M5S e Pd si possa realizzare solo sulla pelle di Virginia.

Ma Di Maio, Grillo e Casaleggio possono permettersi di perdere Roma per convolare a ingiuste nozze con il Pd?