L’industria della bontà evangelica | Arturo Diaconale

16 Luglio 2018
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Beata ingenuità dei santi uomini! L’arcivescovo di Ferrara, Monsignor Giancarlo Perego, già direttore generale della Fondazione Migrantes, organismo della Conferenza episcopale italiana e prelato vicinissimo a Papa Francesco, ha auspicato la formazione di un “progetto politico alternativo che parta dai sei milioni di persone che in Italia operano nel volontariato, soprattutto sul tema dell’immigrazione”. Questo progetto, secondo l’ex direttore di “Migrantes” e intimo di Papa Bergoglio, dovrebbe essere l’esatto contrario della linea sull’immigrazione dell’attuale Governo e del ministro dell’Interno Matteo Salvini e consistere nell’abrogazione della legge sull’immigrazione clandestina e nella creazione di “corridoi umanitari e canali d’ingresso regolati nel Paese”. Il tutto, ovviamente, finanziato dallo Stato e gestito da quei sei milioni di volontari che operano nelle organizzazioni attive sul settore dell’accoglienza agli immigrati.

La santa ingenuità di Monsignor Perego non si manifesta nella richiesta di corridoi umanitari e nella proposta di rendere regolari tutti i clandestini. Cioè nel nazionalizzare l’accoglienza rendendola una porta spalancata a qualsiasi flusso di migranti. L’idea è già stata sperimentata in passato e ha prodotto i circa seicentomila disgraziati che sono sbarcati nel nostro Paese dal 2011 in poi e che, dopo aver alimentato l’industria dell’accoglienza gestita dal mondo del volontariato cattolico, hanno fatto perdere le loro tracce finendo o negli altri Paesi europei o nel lavoro nero o nelle fasce sociali oscure dell’illegalità e della criminalità.

La santa ingenuità è tutta nel proporre in maniera nuda e cruda di affidare la nazionalizzazione dell’accoglienza al volontariato cattolico. Lasciando intendere fin troppo chiaramente che la richiesta non nasce solo dalla indiscussa competenza evangelica di queste organizzazioni, ma anche dalla necessità che lo Stato paghi adeguatamente tale competenza assicurando benessere e sopravvivenza a questa branca vitale della Chiesa.

Nessuno, ovviamente, oserebbe mai affermare che la santa ingenuità di Monsignor Perego rassomiglia in maniera impressionante al brutale cinismo di quel tale Buzzi secondo cui l’immigrazione rendeva più del traffico della droga. Ma basta poco per eliminare una impressione del genere. È sufficiente non imboccare la strada della nazionalizzazione dell’accoglienza e tenere sotto stretto controllo l’industria della bontà evangelica!